
La decisione della Corte Suprema
La prima sezione della Corte Suprema brasiliana (Stf) ha raggiunto la maggioranza per confermare la decisione del giudice Alexandre de Moraes, emessa il 21 febbraio, di sospendere l’operatività della piattaforma video Rumble in Brasile. Secondo quanto riportato da GloboNews, i ministri Cristiano Zanin e Flávio Dino hanno sostenuto la decisione di Moraes, assicurando che Rumble rimarrà inaccessibile nel paese fino a quando non rispetterà le ordinanze della Corte Suprema.
Le motivazioni della sospensione
L’ordinanza firmata da Moraes il 21 febbraio stabilisce “la sospensione immediata, completa e integrale del funzionamento della ‘Rumble INC.’ sul territorio nazionale, fino a quando tutte le ordinanze giudiziarie emesse nei presenti atti – inclusi i pagamenti delle multe – non siano rispettate e venga indicata, in giudizio, la persona fisica o giuridica rappresentante”. La decisione è stata presa in risposta al mancato rispetto, da parte di Rumble, delle precedenti ordinanze della Corte.
La reazione di Rumble e Trump Media
Rumble e la Trump Media and Technology Group Corp hanno intentato una causa contro Moraes negli Stati Uniti, sostenendo che le decisioni del giudice di escludere gli account del blogger bolsonarista Allan dos Santos violano la sovranità statunitense. Le due società sostengono che, essendo le piattaforme digitali ospitate negli Stati Uniti e risiedendo lì Santos, le decisioni di Moraes non dovrebbero essere applicate.
La posizione della giustizia statunitense
La giudice distrettuale di Tampa, in Florida, Mary Stenson Scriven, ha stabilito che Rumble non è tenuta a rispettare ordini di giudici stranieri, come la rimozione dei profili del blogger bolsonarista. Scriven ha aggiunto che Moraes non ha seguito i trattati internazionali abituali per intimare Rumble, come riportato dal sito O Antagonista. Questa decisione crea un conflitto di giurisdizione tra le corti brasiliane e statunitensi.
Implicazioni e prospettive future
La decisione della Corte Suprema brasiliana di confermare la sospensione di Rumble solleva importanti questioni sulla sovranità digitale e la giurisdizione internazionale. Il conflitto tra le corti brasiliane e statunitensi evidenzia le sfide nel regolare piattaforme globali che operano in diversi contesti legali e politici. Resta da vedere come Rumble risponderà a questa situazione e quali saranno le implicazioni a lungo termine per la libertà di espressione e la regolamentazione dei contenuti online in Brasile.