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La Dichiarazione di Malagò
“Non ho altro da aggiungere, Sergio D’Antoni ha riportato come le cose correttamente stanno, non mi sento di dire altro”. Con queste parole, Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha commentato la vicenda della lettera inviata al Governo a margine dell’elezione del presidente Damiano Lembo, riconfermato alla guida dell’US ACLI.
Precisioni sulle “Firme Non Vere”
Malagò ha poi precisato un aspetto tecnico della vicenda: “Fermo restando che trovo tecnicamente sbagliato parlare di firme non vere perché era un documento in cui non c’erano le firme, ma lui aveva ritenuto che parlando con questi presidenti fosse l’equivalente delle firme”. Questa affermazione mira a chiarire che non si trattava di una falsificazione di firme, ma di una rappresentazione, a detta di chi ha redatto la lettera, del consenso dei presidenti interpellati.
Distanza dall’Iniziativa
Il presidente del Coni ha ribadito con forza la sua estraneità alla vicenda: “Ma con questa iniziativa io non c’entro nulla, perciò non aggiungo altro”. Questa dichiarazione sottolinea la volontà di Malagò di non essere associato alla controversia, lasciando intendere una possibile divergenza di vedute sull’opportunità o le modalità dell’invio della lettera.
Contesto e Implicazioni
La vicenda solleva interrogativi sulla governance delle associazioni sportive e sul loro rapporto con le istituzioni governative. L’US ACLI, Unione Sportiva ACLI, è un ente di promozione sportiva riconosciuto dal Coni, e la sua leadership ha un impatto significativo sulle politiche sportive a livello nazionale. La lettera inviata al Governo, di cui non sono noti i dettagli specifici, evidentemente conteneva elementi di critica o dissenso rispetto alla rielezione di Lembo, tali da spingere il Coni a prenderne le distanze.
Una Questione di Trasparenza e Responsabilità
La presa di distanza di Malagò solleva interrogativi sulla trasparenza e la responsabilità all’interno del mondo sportivo italiano. Sebbene il presidente del Coni abbia negato il suo coinvolgimento diretto, la vicenda mette in luce la necessità di una maggiore chiarezza nei processi decisionali e nelle comunicazioni tra le diverse entità sportive e le istituzioni governative. Sarà fondamentale comprendere appieno i contenuti della lettera e le motivazioni che hanno spinto alla sua redazione per valutare l’impatto sulla credibilità e l’efficacia del sistema sportivo nazionale.