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Un programma poliedrico per il 2025
Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ha presentato il suo programma per il 2025, intitolato ‘Costruire Comunità’. Sotto la guida del direttore Stefano Collicelli Cagol e del presidente Lorenzo Bini Smaghi, e con la presenza della sindaca di Prato Ilaria Bugetti, il cartellone promette un anno ricco di eventi, mostre e iniziative culturali. Il programma si distingue per la sua varietà, spaziando dalle arti visive al cinema, dalla letteratura alla musica, con un’attenzione particolare ai laboratori didattici per le scuole e alle performance musicali. ‘Costruire Comunità’ mira a trasformare il Centro Pecci in un punto di riferimento culturale inclusivo e accessibile a tutti.
Le mostre primaverili: Opere XXL, pionieri dell’immagine e giochi di luce
La stagione primaverile del Centro Pecci si aprirà il 30 maggio con tre mostre imperdibili:
- ‘Smisurata. Opere XXL dalla Collezione del Centro Pecci’: Una mostra che invita il pubblico a confrontarsi con opere di grande formato appartenenti alla collezione permanente del museo. L’esposizione celebra anche il ritorno di ‘Prato’88’, l’iconica opera di Mauro Staccioli, che verrà riallestita nelle immediate vicinanze del Centro Pecci.
- ‘Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. La marcia dell’uomo’: Un’installazione monumentale dedicata ai due pionieri dell’immagine in movimento. A partire dagli anni Settanta, Gianikian e Ricci Lucchi hanno esplorato archivi di famiglia e materiali cinematografici della prima metà del XX secolo, riportando alla luce preziose testimonianze di come il mondo veniva percepito all’epoca. L’opera troverà una collocazione permanente all’interno della collezione del Centro Pecci.
- ‘Davide Stucchi. Light Lights’: Un viaggio immersivo nelle opere luminose create dall’artista Davide Stucchi, che promette di affascinare il pubblico con suggestioni visive inedite.
‘Vivono. Arte e affetti, Hiv-Aids in Italia. 1982-1996’: Una mostra autunnale per non dimenticare
Il 4 ottobre si inaugurerà la mostra autunnale ‘Vivono. Arte e affetti, Hiv-Aids in Italia. 1982-1996’, curata da Michele Bertolino, vincitore di una borsa di studio del Mic per la sua ricerca su questo tema delicato e importante. La mostra intende dare voce a una generazione di artisti e creativi che hanno subito tragicamente le conseguenze dell’HIV-AIDS, offrendo una rilettura del loro lavoro alla luce dell’impatto storico della malattia. L’esposizione si propone come un momento di riflessione e di memoria, per non dimenticare le vittime dell’AIDS e per sensibilizzare il pubblico sulle tematiche legate all’HIV.
Accessibilità e inclusione: il cuore del progetto ‘Costruire Comunità’
Il Centro Pecci ha sviluppato un ricco calendario di appuntamenti pensati per diverse tipologie di pubblico, con l’obiettivo di potenziare l’accessibilità del museo e renderlo una piattaforma di incontro aperta a tutti. Il direttore Stefano Collicelli Cagol ha sottolineato l’importanza di concentrarsi sui pubblici del museo, ciascuno con le proprie specifiche necessità. L’accessibilità è lo strumento chiave per raggiungere questo obiettivo. Grazie alla collezione, all’archivio, alla biblioteca (che riaprirà quest’anno), alle mostre, al cinema, ai laboratori didattici, ai progetti speciali di arte e benessere, al ristorante, al bistrot, al playground e all’arena esterna, il Centro Pecci si rivolge a tutte le persone che desiderano arricchire la propria vita attraverso l’arte contemporanea.
Un impegno per la memoria e l’inclusione attraverso l’arte
Il programma ‘Costruire Comunità’ del Centro Pecci si distingue per la sua ambizione di creare un luogo di incontro e di scambio culturale aperto a tutti. L’attenzione all’accessibilità e all’inclusione, unita alla varietà delle proposte artistiche, rende il Centro Pecci un punto di riferimento importante per la città di Prato e per l’intero panorama culturale italiano. La mostra sull’HIV-AIDS rappresenta un momento di riflessione necessario e toccante, che testimonia l’impegno del museo nel affrontare tematiche sociali rilevanti attraverso il linguaggio dell’arte.