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Mobilitazione per Anan Yaeesh davanti al Tribunale dell’Aquila
Un nuovo presidio si è tenuto davanti al Tribunale dell’Aquila per sollecitare la liberazione di Anan Yaeesh, attualmente detenuto nel carcere di Terni. La manifestazione, organizzata dallo Slai Cobas per il sindacato di classe, si è svolta in concomitanza con l’udienza preliminare presso il palazzo di Giustizia, dove si dovrà decidere se rinviare a giudizio l’attivista 37enne o dichiarare il non luogo a procedere.
Le accuse contro Yaeesh e la posizione dei manifestanti
Anan Yaeesh è stato arrestato il 27 gennaio dello scorso anno in seguito a una richiesta di estradizione da parte dello stato di Israele. Le accuse nei suoi confronti riguardano il terrorismo internazionale, basate su indagini condotte in Israele. A marzo 2024, è stato raggiunto da un ulteriore provvedimento di custodia cautelare insieme ad Ali Irar e Mansour Doghmosh, successivamente scarcerati. Gli inquirenti israeliani sostengono che Yaeesh, residente e lavoratore a L’Aquila dal 2017, abbia finanziato un gruppo armato operante in un campo profughi.
Luigia De Biasi, tra i manifestanti, ha espresso forte dissenso: “La resistenza non si arresta e ciò che è stato fatto ad Anan è vergognoso”. I manifestanti contestano le accuse di terrorismo, sostenendo che si tratti di legittima resistenza in territori militarmente occupati, un diritto riconosciuto dal diritto internazionale.
La complessa vicenda giudiziaria e il ritiro della richiesta di estradizione
La Corte d’Appello dell’Aquila aveva precedentemente respinto la richiesta di estradizione avanzata dalle autorità israeliane. Successivamente, a fine aprile, Israele ha ritirato la richiesta tramite una nota inviata al ministero della Giustizia. La presenza di un doppio provvedimento aveva reso l’estradizione più complessa, in virtù del regolamento internazionale.
Riflessioni sulla vicenda di Anan Yaeesh
La vicenda di Anan Yaeesh solleva interrogativi importanti sul confine tra resistenza e terrorismo, soprattutto in contesti di occupazione militare. Il ritiro della richiesta di estradizione da parte di Israele non chiude il caso, ma lascia aperta la questione della sua posizione giuridica in Italia e delle accuse pendenti. Sarà fondamentale seguire gli sviluppi dell’udienza preliminare per comprendere il futuro giudiziario di Yaeesh e le implicazioni per il diritto internazionale.