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La genesi della controversia
La vicenda ruota attorno a una lettera inviata al Governo da parte dei presidenti federali, promossa da Sergio D’Antoni, presidente del comitato regionale siciliano del Coni e figura di spicco nel panorama sindacale. L’obiettivo della missiva era quello di sollecitare un’equiparazione delle norme elettorali del Coni a quelle delle federazioni sportive. Tuttavia, la situazione si è complicata quando alcuni presidenti federali hanno espresso riserve sul loro pieno consenso alla lettera, parlando di un possibile “equivoco”.
La posizione di Sergio D’Antoni
Sergio D’Antoni, in seguito alle reazioni contrastanti, ha dichiarato di assumersi “la responsabilità di eventuali equivoci”, sottolineando di aver forse “capito male” le intenzioni di alcuni presidenti federali. Nonostante ciò, ha tenuto a precisare che il presidente del Coni, Giovanni Malagò, non è coinvolto nell’iniziativa. D’Antoni ha ribadito la sua ferma convinzione nella validità della proposta, definendola una “battaglia che io porto avanti da tempo e sulla quale c’è consenso”.
Le motivazioni della richiesta
D’Antoni ha spiegato che l’iniziativa è nata con l’obiettivo di estendere ai presidenti regionali del Coni le stesse condizioni elettorali già in vigore per le federazioni sportive. Ha evidenziato come i presidenti regionali del Coni siano figure di puro volontariato e che, pertanto, meritano lo stesso trattamento riservato alle federazioni. “Vogliamo che a noi presidenti regionali del Coni siano date le stesse condizioni che sono state date alle federazioni, essendo noi una figura di puro volontariato”, ha affermato D’Antoni.
Prospettive future
Nonostante le difficoltà incontrate, Sergio D’Antoni ha confermato la sua determinazione a proseguire la battaglia per l’equiparazione delle norme elettorali. “Continuerò questa mia battaglia perché la reputo giusta”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza di garantire pari condizioni a tutti gli attori del mondo sportivo, in particolare a coloro che operano a livello regionale e su base volontaria.
Riflessioni sulla vicenda
La vicenda solleva interrogativi sulla governance dello sport italiano e sulla necessità di garantire equità e trasparenza nei processi decisionali. L’iniziativa di D’Antoni, pur incontrando resistenze, mette in luce un tema importante che merita un’attenta riflessione da parte di tutti gli attori coinvolti, al fine di promuovere uno sport più democratico e inclusivo.