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La Cina condanna l’aumento della spesa militare di Taiwan
Zhu Fenglian, portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan del governo cinese, ha espresso forti critiche in seguito all’annuncio del presidente taiwanese William Lai di aumentare il budget della difesa dell’isola a oltre il 3% del PIL. Secondo Zhu, tale aumento, “che si tratti del 3% o anche del 10% del Pil”, non proteggerà Taiwan, ma la trasformerà in una “polveriera”. La portavoce ha accusato le autorità del Partito Democratico Progressista (DPP), la forza politica di Lai, di “aderire con ostinazione alla loro posizione separatista sull’indipendenza di Taiwan”.
Accuse di “cercare l’indipendenza” e “sperperare denaro pubblico”
Zhu ha ulteriormente criticato le autorità taiwanesi per “cercare l’indipendenza con l’aumento della spese per le forze armate e affidandosi a forze esterne”. Ha accusato il governo di Taiwan di “seguire ciecamente le potenze straniere e di essere disposto a sperperare i soldi guadagnati duramente dai residenti di Taiwan per pagare le cosiddette tasse di protezione”. Queste dichiarazioni riflettono la linea dura di Pechino nei confronti di qualsiasi mossa che possa essere interpretata come un tentativo di Taiwan di allontanarsi dalla Cina continentale.
Preoccupazioni per il futuro dell’industria dei semiconduttori taiwanese
In risposta alle affermazioni dell’ex presidente americano Donald Trump secondo cui Taiwan ha sottratto agli Stati Uniti il business dei semiconduttori, Zhu ha espresso preoccupazione per il futuro di TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Co.), il leader mondiale dei produttori di chip a contratto. La portavoce ha detto di vedere chiare “le preoccupazioni sul fatto che Tsmc diventi ‘Ussmc'”, aggiungendo che “sono timori in rapida crescita all’interno dell’isola”. Zhu ha accusato le autorità del DPP di “usare l’industria dei semiconduttori e le principali aziende taiwanesi come mezzo per cercare l’indipendenza”, tradendo “gli interessi e il benessere delle persone e delle aziende all’interno dell’isola”.
Reazioni interne a Taiwan
Le dichiarazioni di Zhu riflettono le tensioni interne a Taiwan riguardo al rapporto con la Cina e con gli Stati Uniti. La portavoce ha affermato che l’atto di “non vergognarsi di svendere Taiwan ma di essere orgogliosi di ingraziarsi gli Stati Uniti è osteggiato da sempre più residenti e aziende di Taiwan”. Questa affermazione suggerisce una crescente opposizione interna alle politiche del governo DPP, che viene accusato di mettere a rischio gli interessi economici dell’isola a favore di un allineamento con gli Stati Uniti.
Un quadro complesso di interessi e tensioni
Le dichiarazioni di Zhu Fenglian delineano un quadro complesso di interessi e tensioni nella regione. Da un lato, la Cina ribadisce la sua ferma opposizione all’indipendenza di Taiwan e critica qualsiasi mossa che possa essere interpretata come un tentativo di allontanamento. Dall’altro, emergono preoccupazioni per il futuro dell’industria dei semiconduttori taiwanese e per le implicazioni di un possibile allineamento con gli Stati Uniti. La situazione è ulteriormente complicata dalle divisioni interne a Taiwan, con una parte della popolazione che sembra opporsi alle politiche del governo DPP. In questo contesto, è fondamentale che tutte le parti coinvolte agiscano con prudenza e responsabilità, al fine di evitare un’escalation delle tensioni e di preservare la stabilità nella regione.