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Le dichiarazioni del consulente di Spea
Durante il processo per le cause del crollo del Ponte Morandi, il professore Claudio Mazzotti, consulente di Spea, ha affermato che i carotaggi sulla pila 9 furono eseguiti “a campione”. Secondo Mazzotti, questa tecnica, sebbene necessaria per valutare lo stato di salute della struttura, comporta dei rischi. “I carotaggi possono avere impatti sull’armatura, sul calcestruzzo”, ha spiegato, rendendo “tecnicamente irragionevole” l’esecuzione di demolizioni o di più carotaggi nella stessa sezione, a meno che non si tratti di una fase di dismissione del tirante.
Il numero di ispezioni e lo stato dei tiranti
Nonostante le preoccupazioni sui carotaggi, gli esperti di parte hanno sostenuto che “sul viadotto Polcevera le ispezioni sono state implementate in numero ragionevole e con buona uniformità lungo l’estensione degli stralli”. In particolare, nei tiranti della pila 9, su 31 trefoli osservati, le ispezioni visive dirette con scassi e carotaggi hanno rivelato un quadro “confortante”: assenza di corrosione o ossidazione in oltre la metà dei casi, ossidazione superficiale in più di un terzo e corrosione nel 13% dei casi.
Proseguono le audizioni dei consulenti
L’audizione dei consulenti di parte proseguirà nei prossimi giorni, fornendo ulteriori elementi per ricostruire le cause del tragico crollo del Ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018 e costato la vita a 43 persone. Le testimonianze degli esperti sono fondamentali per comprendere le dinamiche che hanno portato al disastro e per accertare le responsabilità.
Riflessioni sulle procedure di ispezione e manutenzione
Le dichiarazioni del consulente di Spea sollevano importanti interrogativi sulle procedure di ispezione e manutenzione del Ponte Morandi. Se da un lato i carotaggi sono uno strumento necessario per valutare lo stato di salute delle strutture, dall’altro comportano dei rischi che devono essere attentamente valutati. È fondamentale che le ispezioni siano eseguite con la massima accuratezza e che le eventuali criticità siano affrontate tempestivamente, al fine di garantire la sicurezza delle infrastrutture e di evitare tragedie come quella del 2018.