La fine di un’era: il Roosevelt Hotel chiude come rifugio per migranti
Il sindaco di New York, Eric Adams, ha annunciato la chiusura del Roosevelt Hotel come rifugio per i migranti richiedenti asilo. Questo storico albergo, situato nel cuore di Manhattan, era diventato un simbolo della crisi migratoria che ha colpito la città, guadagnandosi il soprannome di ‘Nuova Ellis Island’. La decisione di chiudere il Roosevelt segna una svolta significativa nella gestione dell’emergenza migranti a New York.
Dalla chiusura durante la pandemia alla crisi migratoria
Il Roosevelt Hotel, costretto a chiudere i battenti durante la pandemia di COVID-19, era stato successivamente convertito in un rifugio per accogliere l’ondata di migranti in arrivo a New York. Al suo picco, nel 2023, l’albergo ospitava un numero elevatissimo di persone in cerca di asilo. Tuttavia, con la diminuzione degli arrivi, la città ha deciso di chiudere gradualmente diverse strutture di accoglienza, tra cui il Roosevelt, che cesserà definitivamente le operazioni entro giugno.
Numeri in calo e fondi federali contesi
Attualmente, il Roosevelt Hotel ospita ancora circa 2.900 migranti, un numero significativamente inferiore rispetto al picco del 2023. La chiusura dell’albergo rientra in un piano più ampio che prevede la chiusura di circa 50 strutture di accoglienza a New York. Questa decisione coincide con la controversa mossa dell’amministrazione Trump di riprendersi 80 milioni di dollari in fondi federali destinati alla gestione dei rifugi per migranti. Il numero di migranti che arrivano in città ogni settimana è sceso a circa 350, rispetto ai picchi di oltre 4.000 durante la fase più critica della crisi.
La situazione attuale: migliaia di migranti ancora in strutture temporanee
Nonostante la diminuzione degli arrivi e la chiusura di diverse strutture, quasi 45.000 persone vivono ancora in alberghi convertiti, uffici e magazzini della città. Questo dato, sebbene inferiore rispetto ai 69.000 del gennaio 2024, evidenzia la persistente necessità di soluzioni abitative a lungo termine per i migranti richiedenti asilo a New York. La chiusura del Roosevelt Hotel rappresenta un passo verso la normalizzazione, ma la sfida di integrare e supportare i migranti rimane una priorità per l’amministrazione cittadina.
Un bilancio sulla gestione della crisi migratoria a New York
La chiusura del Roosevelt Hotel segna un momento di riflessione sulla gestione della crisi migratoria a New York. Da un lato, la diminuzione degli arrivi e la chiusura delle strutture di accoglienza indicano un miglioramento della situazione. Dall’altro, la controversia sui fondi federali e la persistente presenza di migliaia di migranti in strutture temporanee evidenziano le sfide ancora da affrontare. È fondamentale trovare soluzioni sostenibili e inclusive per garantire un futuro dignitoso a queste persone e per evitare che la crisi migratoria diventi una fonte di tensioni sociali ed economiche.