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L’Indagine Shock: Giovani e Fake News a Confronto
Un’indagine approfondita, condotta da Ipsos, Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e Parole O_Stili con il contributo di Fondazione Cariplo, ha svelato dati allarmanti sul rapporto tra i giovani italiani e le fake news. Coinvolgendo oltre 4.800 studenti delle scuole secondarie, la ricerca ha evidenziato che il 31% dei giovani mette ‘like’ a notizie non verificate e il 51% utilizza i social media come principale fonte di informazione.
Lo studio, presentato durante il Festival della comunicazione non ostile a Trieste, ha analizzato non solo la percezione delle proprie competenze digitali da parte degli adolescenti, ma anche il loro comportamento di fronte a notizie false certificate. Elena Marta, professore ordinario di Psicologia sociale all’Università Cattolica, ha sottolineato l’innovativa metodologia della ricerca, che ha permesso di valutare in tempo reale le reazioni dei giovani di fronte alla disinformazione.
Adulti Assenti: La Mancanza di Consapevolezza e Guida
Rosy Russo, presidente di Parole O_Stili, ha evidenziato la mancanza di consapevolezza da parte degli adulti riguardo all’importanza del mondo virtuale. Solo un genitore su tre affronta il tema di Internet in famiglia, lasciando molti ragazzi senza punti di riferimento in un contesto che richiede guida e responsabilità condivisa. Questa assenza di mediazione parentale espone i giovani ai pericoli della rete, rendendoli più vulnerabili alla disinformazione e alla violenza online.
La ricerca ha anche rilevato che le ragazze tendono a condividere più notizie non verificate rispetto ai ragazzi (61% in più), e che gli adolescenti delle regioni del Sud Italia mostrano tassi più elevati di condivisioni e ‘like’ a fake news rispetto ai loro coetanei del Centro e Nord Italia. Inoltre, il tempo trascorso sui social media è un fattore determinante: chi li utilizza 3-4 ore al giorno condivide 5,5 volte più fake news e mette 12 volte più ‘like’ rispetto a chi li usa meno di un’ora.
Competenza Digitale Non è Immunità: Il Paradosso della Disinformazione
Un dato sorprendente emerso dalla ricerca è che una maggiore competenza digitale non protegge dalla diffusione di fake news. Giuseppe Riva, professore ordinario di Psicologia della comunicazione all’Università Cattolica, ha spiegato che gli studenti che si dichiarano più competenti tendono a condividere e apprezzare più contenuti falsi. Questo paradosso evidenzia la necessità di sviluppare un pensiero critico e una capacità di valutazione delle fonti, oltre alle competenze tecniche.
Nonostante ciò, la maggior parte dei giovani ritiene che le notizie sui social influenzino opinioni e comportamenti, e cerca di fare fact-checking su fonti affidabili. L’80% degli intervistati è convinto che l’educazione scolastica dovrebbe fornire strumenti utili a riconoscere le fake news, e considera grave la condivisione di notizie senza averne prima verificato la veridicità.
I Social Media Preferiti dai Giovani Italiani
La ricerca ha anche analizzato i social media più frequentati dai giovani italiani. WhatsApp è utilizzato dal 94% degli intervistati, seguito da Instagram (74%) e TikTok (68%). Meno popolari sono Telegram (31%), Snapchat (28%), Twitch (26%), Threads e X. Le ragazze sono più presenti su TikTok e Snapchat, mentre i ragazzi preferiscono Telegram, X e Twitch.
TikTok è il social media su cui i giovani trascorrono più tempo, con una media di 2,4 ore al giorno, seguito da Instagram e WhatsApp (1,8 ore). Gli studenti del biennio delle scuole superiori (14-15 anni) sono particolarmente inclini a informarsi sui social media, con il 64% che ammette di utilizzarli per leggere notizie.
Mediazione Parentale: Un Ruolo Fondamentale da Riscoprire
La ricerca ha evidenziato una carenza di mediazione parentale nell’uso di Internet da parte dei giovani. Nonostante oltre la metà dei genitori fornisca consigli sull’uso sicuro della rete e sia pronta a supportare i figli in caso di problemi online, un terzo dei ragazzi è lasciato solo in queste situazioni. Inoltre, un genitore su tre non affronta mai il tema di cosa fanno i suoi figli su Internet, e uno su quattro non li incoraggia a esplorare il web.
L’utilizzo di strumenti di controllo parentale è limitato, con i sistemi di geolocalizzazione che risultano i più diffusi (40% dei genitori). La ricerca ha anche rilevato differenze territoriali, con un Nord Italia più digitalizzato ma con una genitorialità digitale meno presente, e un Centro e Isole più indietro in termini di competenze ma più controllanti dal punto di vista della mediazione parentale.
Un Appello all’Azione: Alfabetizzazione Digitale e Responsabilità Condivisa
I risultati di questa indagine lanciano un chiaro allarme sulla necessità di un intervento urgente per promuovere l’alfabetizzazione digitale tra i giovani italiani. È fondamentale che le scuole, le famiglie e le istituzioni collaborino per fornire ai ragazzi gli strumenti necessari per navigare in modo consapevole e critico nel mondo digitale, riconoscendo le fake news e proteggendosi dai pericoli della rete. Solo attraverso un impegno condiviso e una maggiore responsabilità da parte degli adulti sarà possibile garantire un futuro digitale più sicuro e informato per le nuove generazioni.