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L’appello di Orsini: stop alle sanzioni, via libera agli incentivi
Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha lanciato un appello all’Unione Europea affinché riveda la politica delle sanzioni nel settore automobilistico. Durante il suo intervento al convegno del Partito Democratico presso il Kilometro Rosso di Stezzano (Bergamo), Orsini ha espresso forti perplessità riguardo alle sanzioni, stimandole tra i 14 e i 16 miliardi di euro, definendole una “follia pura”. A suo avviso, tali misure punitive rischiano di danneggiare gravemente l’industria automobilistica europea. Invece di sanzioni, Orsini propone un approccio basato su incentivi mirati per sostenere le imprese nel processo di transizione verso tecnologie più sostenibili.
Endotermico vs. elettrico: il dibattito secondo Orsini
Orsini ha chiarito di non essere contrario all’auto elettrica in sé, sottolineando che il problema non è la contrapposizione tra motore endotermico e propulsione elettrica. Il vero nodo cruciale, secondo il leader di Confindustria, è la gestione della CO2. Orsini si è detto d’accordo con Luca de Meo, CEO di Renault, nel considerare la CO2 come il principale nemico da combattere. Questo approccio sposta l’attenzione dalla mera tecnologia di propulsione all’impatto ambientale complessivo del settore automobilistico.
Il rischio delocalizzazione e l’esempio della ceramica
Orsini ha espresso una forte preoccupazione per il rischio di delocalizzazione delle imprese europee, un fenomeno già osservato nel settore della ceramica. Ha evidenziato come, nel 2024, le vendite di ceramica indiana in Europa siano aumentate del 63%, mentre quelle europee sono diminuite del 20%. Questo dato allarmante suggerisce che politiche eccessivamente restrittive potrebbero spingere le aziende a trasferire la produzione in altri continenti, con conseguenze negative per l’occupazione e l’economia europea.
La transizione tecnologica e l’infrastruttura inadeguata
Un altro punto cruciale sollevato da Orsini riguarda la transizione tecnologica e la necessità di un’infrastruttura adeguata. Ha sottolineato che una tecnologia non si impone per decreto, ma si afferma quando diventa realmente fruibile. Attualmente, l’Italia non dispone di una rete di colonnine di ricarica sufficiente per supportare un parco auto completamente elettrico. Questo ostacolo infrastrutturale rappresenta un freno significativo alla diffusione dei veicoli elettrici e richiede investimenti massicci per essere superato.
Un approccio equilibrato alla transizione energetica
Le parole di Orsini mettono in luce la necessità di un approccio più pragmatico e meno ideologico alla transizione energetica nel settore automobilistico. Le sanzioni, se eccessive, rischiano di penalizzare le imprese europee senza accelerare realmente il passaggio all’elettrico. Incentivi mirati, investimenti in infrastrutture e un focus sulla riduzione della CO2 potrebbero rappresentare una strategia più efficace per garantire la competitività del settore e la sostenibilità ambientale.