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Le cause della morte: tra ferite e controversie
La morte della piccola Giulia Loffredo, avvenuta ad Acerra nella notte tra sabato e domenica, solleva numerosi interrogativi. Secondo il racconto del padre, Vincenzo Loffredo, indagato per omicidio colposo, la bambina sarebbe stata aggredita dal pitbull di famiglia mentre dormiva. Tuttavia, le informazioni trapelate sull’autopsia delineano un quadro complesso e a tratti contraddittorio.
Le indiscrezioni parlano di ferite lacero contuse al volto, compatibili con i morsi di un cane. Un dettaglio più controverso riguarda la presunta rottura dell’osso del collo, circostanza che cozza con la dichiarazione del padre, il quale sostiene di aver portato la figlia ancora in vita alla clinica Villa dei Fiori di Acerra. La struttura ospedaliera avrebbe confermato l’arrivo della bambina, ma le discrepanze persistono.
Ulteriori indiscrezioni suggeriscono che l’autopsia avrebbe rilevato solo contusioni sul collo della piccola, alimentando ulteriori dubbi sulle dinamiche dell’aggressione. Inquirenti e investigatori mantengono il silenzio su questo aspetto cruciale, contribuendo ad alimentare l’incertezza che avvolge il caso.
Indagini e silenzi: la posizione della Procura di Nola
La Procura di Nola e la polizia mantengono un riserbo totale sull’inchiesta. Nonostante ciò, l’atto di nomina dei consulenti tecnici per l’autopsia – il medico legale Maurizio Saliva e l’anatomopatologo Antonio Perna – rivela un elemento chiave: la certezza che la bambina sia stata uccisa dal cane.
Nell’atto, si sottolinea che Vincenzo Loffredo è indagato per omicidio colposo “perché in qualità di genitore avente in custodia la figlia minore Giulia, ometteva la vigilanza e custodia del cane pitbull in suo possesso, il quale aggrediva la minore provocandole lesioni personali che determinavano la morte”. Questa formulazione indica una precisa linea investigativa, incentrata sulla presunta negligenza del padre nella custodia dell’animale.
Anomalie e incongruenze: il ruolo del cane e la scomparsa del sangue
Un ulteriore elemento di mistero riguarda il cane, che non presenterebbe macchie di sangue sul muso. Per fare chiarezza, si attendono le analisi sulle feci di Tyson, il pitbull, e dell’altro cane della famiglia, alla ricerca di tracce organiche della bambina. Questo esame potrebbe fornire elementi cruciali per ricostruire la dinamica dell’aggressione.
Un’altra anomalia riguarda la scomparsa del sangue che avrebbe sporcato la stanza da letto. Secondo quanto emerso, alcuni familiari della bambina avrebbero pulito la scena prima del secondo sopralluogo della polizia, un’azione che ha inevitabilmente compromesso l’integrità delle prove e sollevato ulteriori interrogativi sulle motivazioni di tale gesto.
Verità e giustizia per Giulia: un’indagine trasparente è fondamentale
La tragica morte della piccola Giulia Loffredo richiede un’indagine accurata e trasparente, capace di fare luce sulle numerose incongruenze e i punti oscuri che ancora avvolgono il caso. È fondamentale che la Procura di Nola e la polizia chiariscano le cause del decesso, accertino le responsabilità e forniscano risposte concrete alla famiglia e all’intera comunità. Solo così sarà possibile rendere giustizia a Giulia e garantire che simili tragedie non si ripetano.