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La Dichiarazione dei Carabinieri Indagati
Nel contesto dell’inchiesta sulla morte di Ramy Elgaml, il 19enne egiziano deceduto dopo un inseguimento dei carabinieri, due militari indagati per depistaggio, frode processuale e favoreggiamento hanno fornito la loro versione dei fatti riguardo alla richiesta di cancellazione di un video girato da un testimone. Secondo quanto riferito, i carabinieri si sarebbero avvicinati al giovane non per nascondere prove, ma per impedirgli di diffondere immagini ritenute lesive della dignità del defunto, in particolare quelle relative alle fasi dei soccorsi e del massaggio cardiaco.
Dettagli dell’Interrogatorio in Procura
Durante l’interrogatorio in Procura a Milano, condotto dai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini, i due carabinieri hanno sostenuto di aver agito credendo che il testimone avesse ripreso immagini delle fasi dei soccorsi e che la loro diffusione sarebbe stata inopportuna. Avrebbero quindi chiesto al giovane di cancellare il video e di fornire i documenti. Una consulenza informatica ha confermato il ritrovamento di una foto del documento del testimone nel telefono di uno dei militari.
La Versione del Testimone Oculare
La versione fornita dal testimone oculare diverge significativamente da quella dei carabinieri. Il giovane ha dichiarato di essere stato obbligato dai militari a cancellare il video che aveva girato, documentando le ultime fasi dell’incidente. Il tecnico informatico Marco Tinti, incaricato dalla Procura, ha confermato la cancellazione del filmato, pur non essendo riuscito a recuperarlo.
Le Accuse e gli Sviluppi dell’Inchiesta
L’inchiesta sulla morte di Ramy Elgaml si articola in due filoni principali. Il primo riguarda l’accusa di omicidio stradale contestata al carabiniere alla guida dell’auto inseguitrice e a Fares Bouzidi, il conducente dello scooter inseguito. Bouzidi è attualmente sotto processo con rito abbreviato per resistenza a pubblico ufficiale. Il secondo filone, oggetto dell’interrogatorio dei due carabinieri, riguarda le accuse di favoreggiamento, depistaggio e frode processuale.
Considerazioni sulla vicenda
La vicenda solleva interrogativi complessi sull’equilibrio tra la tutela della privacy e la ricerca della verità. Da un lato, la protezione della dignità del defunto e dei suoi familiari è un valore fondamentale; dall’altro, l’integrità delle indagini e il diritto all’informazione pubblica richiedono trasparenza e accuratezza nella ricostruzione dei fatti. Sarà compito della magistratura fare luce sulla vicenda, valutando attentamente le diverse versioni e le prove raccolte.