
Un’Occasione Mancata alla Berlinale?
Nonostante le premesse promettenti, “Timestamp” (Strichka chasu) di Kateryna Gornostai, unico documentario in concorso alla 75ª edizione del Festival di Berlino incentrato sulla realtà delle scuole ucraine in guerra, ha suscitato reazioni contrastanti. In un’edizione già avara di opere memorabili, il film ha lasciato un senso di incompiuto, nonostante l’importanza del tema trattato e l’approccio registico adottato.
Un Mosaico di Realtà Ucraine
Il documentario si propone di delineare un quadro delle diverse realtà scolastiche ucraine, dislocate in zone segnate dalla prossimità al fronte. Attraverso immagini e suoni autentici, senza l’ausilio di voice-over, interviste o ricostruzioni, Gornostai ci trasporta in località come Čerkasy, Kharkiv, Borodianka e Buča, tutte situate nella regione di Kiev. Il film esplora il quotidiano di queste comunità scolastiche, evidenziando la resilienza e la normalità che persistono nonostante il conflitto.
Tra Innocenza e Orrori della Guerra
Il film si apre con l’immagine di una palestra scolastica desolatamente vuota, un preludio silenzioso alla narrazione che seguirà. Successivamente, lo spettatore è immerso nella vita di una scuola primaria, dove la bellezza e l’innocenza dei bambini contrastano con la minaccia incombente della guerra. Solo dopo quaranta minuti, il conflitto irrompe sullo schermo attraverso immagini di edifici distrutti, tra cui una scuola, ma senza scene esplicite di violenza. L’ingresso della morte è rappresentato dalla commovente cerimonia funebre di una maestra, con una bara sormontata da una forma di pane, simbolo di offerta al defunto secondo le tradizioni dell’Europa orientale.
Un’Opera Necessaria, Ma Non Del Tutto Riuscita
“Timestamp” rappresenta un tentativo lodevole di documentare la realtà complessa e dolorosa delle scuole ucraine in tempo di guerra. Tuttavia, la mancanza di una narrazione più strutturata e di un approfondimento emotivo dei personaggi potrebbe aver limitato l’impatto del film. Nonostante ciò, l’opera rimane un documento prezioso, capace di offrire uno sguardo autentico sulla vita di chi continua a studiare e insegnare nonostante le difficoltà.