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Un Mito Infranto e una Nuova Sfida
La pista da bob ‘Eugenio Monti’, simbolo delle Olimpiadi invernali del 1956, è ormai un ricordo sbiadito. Sulle sue ceneri, si è deciso di costruire un nuovo ‘sliding centre’ a Cortina d’Ampezzo per ospitare le gare di bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi 2026. Tuttavia, questa scelta si è rivelata un vero e proprio campo minato, costellato di polemiche, ritardi e ostacoli di ogni genere.
Un Percorso Accidentato
Fin dall’inizio, il progetto ha suscitato forti contestazioni per il suo impatto ambientale e i costi elevati. I dubbi sulle tempistiche dei lavori, le tensioni politiche e i sabotaggi hanno alimentato i timori di non riuscire a completare l’opera in tempo. Lo spettro di dover gareggiare fuori dall’Italia, addirittura negli Stati Uniti a Lake Placid, si è fatto sempre più concreto.
La Lunga e Tortuosa Strada verso la Realizzazione
Dopo l’assegnazione dei Giochi 2026 all’Italia, la scelta di Cortina come sede per il bob ha scatenato una battaglia politica tra il Piemonte, che proponeva la pista di Cesana, e il Veneto, determinato a difendere Cortina. I lavori sono iniziati solo nel febbraio 2023, con la demolizione della vecchia pista, tra proteste, ricorsi al Tar e manifestazioni di ambientalisti. A luglio, un’asta per la realizzazione del nuovo tracciato è andata deserta, bloccando ulteriormente il progetto. L’assenza di risorse, con una spesa prevista tra i 60 e gli 80 milioni di euro, ha portato quasi all’annullamento del progetto, tanto che il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha annunciato lo stop in sede Cio. Si è iniziato a cercare alternative, da Cesana a St.Moritz fino a Innsbruck.
La Ripartenza e le Nuove Difficoltà
Nel dicembre 2023, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha riacceso le speranze con una proposta del Mit che, a suo dire, non avrebbe comportato costi aggiuntivi per gli italiani. Il sliding centre di Cortina è tornato al centro del dibattito e delle polemiche, ma nel frattempo il Mit ha pubblicato un bando di gara del valore di quasi 82 milioni di euro, che ha finalmente ottenuto risposta. Il gruppo parmense ‘Pizzarotti’ si è aggiudicato l’appalto e ha firmato l’accordo per iniziare i lavori. Da quel momento, le tempistiche sono diventate cruciali, tanto che il Cio ha richiesto un ‘piano B’. Il collaudo ufficiale dell’impianto è stato fissato per febbraio-marzo 2025.
Una Corsa Contro il Tempo Segnata da Tensioni e Sabotaggi
I lavori sono proseguiti a ritmo serrato, ma in un clima di tensione, come dimostrano le minacce ricevute dal sindaco di Cortina, e di contrasto, con ricorsi al Tar per bloccare i lavori. Il Cio ha effettuato sopralluoghi mensili al cantiere. La pre-omologazione è stata fissata per marzo. Nonostante i progressi, l’atto di sabotaggio compiuto la scorsa notte al cantiere dimostra che la corsa contro il tempo non è ancora vinta.
Uno Sguardo al Futuro Incerto
La vicenda della pista da bob di Cortina è un esempio lampante delle difficoltà che spesso accompagnano la realizzazione di grandi opere in Italia. Tra intoppi burocratici, polemiche politiche e imprevisti di ogni genere, il rischio di non rispettare le scadenze e di compromettere l’immagine del Paese è sempre presente. La speranza è che si possa trovare una soluzione per portare a termine il progetto e garantire che le Olimpiadi 2026 siano un successo per l’Italia.