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Un’opera simbolo di un’epoca tormentata
A partire da domani, il Museo del Novecento di Milano accoglierà in maniera definitiva uno dei capolavori più significativi di Enrico Baj: ‘I funerali dell’anarchico Pinelli’. L’opera, un’imponente tela realizzata nel 1972, sarà esposta in una sala monografica dedicata all’artista, all’interno della Galleria ‘Gesti e processi’, recentemente riallestita per offrire una nuova prospettiva sull’arte milanese del secondo Novecento.
Il quadro, di forte impatto emotivo, commemora la tragica morte del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, deceduto in circostanze controverse nel 1969, mentre era sotto custodia della polizia a seguito della strage di Piazza Fontana. Pinelli fu ingiustamente accusato di essere coinvolto nell’attentato, e la sua morte divenne un simbolo delle tensioni e delle ingiustizie di un’epoca segnata da contestazioni e repressione.
Un omaggio a Guernica e un invito alla riflessione
‘I funerali dell’anarchico Pinelli’ è un’opera che richiama esplicitamente Guernica di Pablo Picasso, sia nell’impianto compositivo che nella rappresentazione di figure scomposte e sofferenti. Le espressioni di sgomento e terrore che emergono dalla tela riflettono il dolore e la rabbia per una perdita che ha segnato profondamente la coscienza civile italiana.
La collocazione permanente dell’opera al Museo del Novecento rappresenta un importante gesto di restituzione alla città, come sottolineato dall’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. L’obiettivo è quello di arricchire il percorso museale e invitare il pubblico a riflettere sul ruolo dell’arte contemporanea nella costruzione della memoria collettiva e nella comprensione del nostro passato.
Un percorso espositivo rinnovato
L’installazione de ‘I funerali dell’anarchico Pinelli’ completa il percorso espositivo della Galleria ‘Gesti e processi’, che offre una panoramica delle opere e dei movimenti artistici che hanno caratterizzato Milano dagli anni Sessanta agli anni Novanta. Un’occasione per riscoprire un periodo storico cruciale per la città e per l’arte italiana, attraverso le opere di artisti che hanno saputo interpretare e rappresentare le tensioni e le trasformazioni di quegli anni.
Un’opera che parla al presente
La decisione di esporre permanentemente ‘I funerali dell’anarchico Pinelli’ al Museo del Novecento è un atto di grande valore culturale e civile. L’opera di Baj non è solo un documento storico, ma un monito contro l’ingiustizia e la violenza, un invito a non dimenticare le vittime del passato e a impegnarsi per un futuro più giusto e democratico. In un’epoca in cui la memoria storica è spesso messa in discussione, iniziative come questa sono fondamentali per preservare la nostra identità e per promuovere una cultura della consapevolezza e della responsabilità.