
Un ‘canto’ dallo spazio profondo
La missione europea BepiColombo, in viaggio verso Mercurio, ha ‘intonato’ una melodia inaspettata durante il suo ultimo sorvolo del pianeta. A soli 295 chilometri dalla superficie, l’accelerometro italiano Isa ha registrato le vibrazioni della sonda, trasformandole in suoni udibili all’orecchio umano. Questo affascinante esperimento di ‘sonificazione’ dei dati scientifici offre una nuova prospettiva sull’esplorazione spaziale.
Isa: l’orecchio italiano nello spazio
L’accelerometro Isa (Italian Spring Accelerometer), realizzato dall’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (Iaps) dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), è il cuore di questa ‘sinfonia’ spaziale. Carmelo Magnafico, dello Iaps-Inaf, ha curato la trasformazione dei dati in suoni, spiegando che “quello che si sente non è un vero e proprio audio, ma sono le vibrazioni a basse frequenze che si verificano sulla sonda”. Queste vibrazioni sono causate da molteplici fattori, tra cui le deformazioni dovute alle variazioni di temperatura, i movimenti dei pannelli solari e l’azione della gravità di Mercurio sulla struttura della sonda.
BepiColombo: un viaggio verso il cuore di Mercurio
Lanciata il 20 ottobre 2018, BepiColombo è una missione congiunta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e dell’Agenzia Spaziale Giapponese (Jaxa), con l’obiettivo di studiare da vicino Mercurio. Il sorvolo dell’8 gennaio 2024 è stato cruciale per rallentare la sonda e prepararla all’ingresso in orbita, previsto per la fine del 2026. Tra gli strumenti a bordo, Isa riveste un ruolo fondamentale: la sua elevata sensibilità permette di rilevare anche le più piccole variazioni del campo gravitazionale, consentendo agli scienziati di analizzare la struttura interna di Mercurio. Come sottolinea Magnafico, Isa è in grado di captare persino gli impercettibili ‘scricchiolii’ della sonda, vibrazioni che, una volta accelerate, diventano udibili, offrendo un’esperienza sensoriale unica.
Oltre l’udibile: la scienza dei ‘suoni’ spaziali
La sonificazione dei dati di BepiColombo non è solo un esercizio di ‘traduzione’ sensoriale. Essa rappresenta un potente strumento per l’analisi scientifica, permettendo di individuare pattern e anomalie nelle vibrazioni che sarebbero difficili da rilevare attraverso la semplice visualizzazione dei dati. Inoltre, questa tecnica apre nuove frontiere nella comunicazione scientifica, rendendo accessibili a un pubblico più ampio le scoperte dell’esplorazione spaziale. La ‘voce’ di BepiColombo ci ricorda che l’universo è pieno di suoni, anche dove apparentemente regna il silenzio.
Un nuovo modo di ascoltare l’universo
La trasformazione delle vibrazioni di BepiColombo in suoni è un esempio affascinante di come la scienza possa utilizzare diversi linguaggi per comunicare le proprie scoperte. Questo approccio non solo rende più accessibili i dati scientifici, ma offre anche una nuova prospettiva sull’esplorazione spaziale, invitandoci ad ‘ascoltare’ l’universo in modi nuovi e inaspettati.