
Un Appello Corale per Salvare la Ricerca Italiana
Un grido d’allarme si leva dal mondo della ricerca scientifica italiana. Più di 4.000 tra ricercatori, accademici e semplici cittadini hanno sottoscritto un appello promosso da Scienza in Rete, a sostegno della mozione presentata dalla senatrice a vita Elena Cattaneo. Tra i firmatari spiccano nomi illustri come il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi e il farmacologo Silvio Garattini, figure di spicco che testimoniano l’urgenza di un intervento concreto per risollevare le sorti della ricerca nel nostro Paese.
La Mozione Cattaneo: Un Quadro di Interventi Necessari
La mozione, presentata in Senato il 12 febbraio e in discussione il 18 febbraio, punta a scuotere le coscienze politiche e a sollecitare azioni immediate. Il cuore della proposta risiede nella richiesta di un finanziamento stabile e adeguato alla ricerca scientifica pubblica, un elemento imprescindibile per garantire la continuità e la competitività del sistema. La mozione invoca inoltre la creazione di bandi di finanziamento con tempistiche certe e trasparenti, un aspetto cruciale per consentire ai ricercatori di pianificare il proprio lavoro con serenità e di competere ad armi pari con i colleghi internazionali. Infine, la proposta Cattaneo si fa portavoce della necessità di istituire un’agenzia indipendente per la valutazione dei progetti di ricerca, un organismo autonomo e imparziale in grado di garantire l’assegnazione dei fondi sulla base di criteri meritocratici e condivisi a livello internazionale.
La Voce dei Ricercatori: Mancanza di Prospettive e Finanziamenti Intermittenti
L’appello di Scienza in Rete mette in luce una realtà preoccupante: “Oggi, in Italia, non esiste un ricercatore che, nonostante anni di studio e lavoro ricchi di risultati, possa contare su opportunità di finanziamento che garantiscano una concreta prospettiva di prosecuzione e sviluppo in ambiti internazionalmente competitivi”. Questa affermazione, carica di frustrazione e amarezza, evidenzia la precarietà in cui versa il mondo della ricerca, ostaggio di finanziamenti intermittenti e di una burocrazia farraginosa. Programmi come il Prin (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale) e il Fis (Fondo Italiano per la Scienza), pur rappresentando strumenti potenzialmente validi, si rivelano spesso insufficienti e poco trasparenti, minando la fiducia dei ricercatori e compromettendo la qualità della ricerca.
Un Investimento al di Sotto della Media Europea: Dati Ocse Impietosi
I dati Ocse del 2022 dipingono un quadro allarmante: l’investimento in ricerca in Italia, sommando componente pubblica e privata, si attesta all’1,3% del Pil, un valore nettamente inferiore rispetto al 2,3% della Francia, al 3,1% della Germania e ben al di sotto della media europea, pari al 2,2%. Questo divario, frutto di scelte politiche miopi e di una scarsa consapevolezza del ruolo strategico della ricerca per lo sviluppo del Paese, condanna l’Italia a un ruolo marginale nel panorama scientifico internazionale, compromettendo la sua capacità di innovare e di competere sui mercati globali.
L’Urgenza di un’Agenzia Indipendente: Trasparenza e Meritocrazia per il Futuro della Ricerca
“La ricerca del nostro Paese aspetta e merita di poter contare su una Agenzia, o su un suo equivalente paragonabile ai modelli europei, che gestisca fondi pubblici su base competitiva, in modo autonomo e trasparente, ispirato a criteri e procedure di valutazione internazionalmente condivisi, con esiti chiari, espliciti e con tempi certi”. Con queste parole, l’appello di Scienza in Rete sottolinea l’importanza di dotare l’Italia di un’agenzia indipendente, sul modello di quelle presenti in altri Paesi europei, in grado di garantire la trasparenza e la meritocrazia nell’assegnazione dei fondi alla ricerca. Un organismo di questo tipo, svincolato da logiche politiche e clientelari, rappresenterebbe un passo fondamentale per rilanciare la ricerca italiana e per attrarre talenti e investimenti dall’estero.
Un’Opportunità Imperdibile per il Futuro del Paese
La mozione Cattaneo e l’appello di Scienza in Rete rappresentano un’occasione imperdibile per affrontare in modo serio e strutturale le criticità che affliggono il sistema della ricerca italiano. Investire nella ricerca scientifica significa investire nel futuro del Paese, nella sua capacità di innovare, di creare posti di lavoro qualificati e di affrontare le sfide globali che ci attendono. È fondamentale che la politica ascolti la voce dei ricercatori e che si impegni a garantire un finanziamento stabile, bandi trasparenti e un’agenzia indipendente per la ricerca, elementi essenziali per costruire un futuro di progresso e prosperità per l’Italia.