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Un ritorno atteso: “Lucia di Lammermoor” al Teatro Comunale di Bologna
Dopo otto anni di assenza, “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti fa il suo ritorno al Teatro Comunale di Bologna. Il debutto è previsto al Comunale Nouveau il 20 febbraio alle 20, con repliche fino al 25. Questo secondo appuntamento della stagione lirica bolognese promette di essere un evento significativo, non solo per gli appassionati di belcanto, ma anche per chi è sensibile alle tematiche sociali che l’opera affronta. L’allestimento, curato dal regista Jacopo Spirei, pone l’accento sulla violenza della società nei confronti delle donne e offre una riflessione profonda sul tema della salute mentale. La produzione, già presentata in versione francese al Festival Donizetti 2023 di Bergamo, viene ora proposta in italiano.
Direzione musicale e cast stellare
Sul podio dell’Orchestra e del Coro del TCBO, preparato da Gea Garatti Ansini, troviamo Daniel Oren, direttore d’orchestra di fama internazionale ed esperto interprete del repertorio donizettiano. La sua presenza è stata una costante nelle programmazioni del Comunale per molti anni. Se la parte visiva dello spettacolo è già nota ai melomani, la novità risiede nell’esecuzione musicale in italiano, che vede un cast di prim’ordine. Il soprano anglo-australiano Jessica Pratt, star del belcanto, interpreta il ruolo di Lucia. Pratt torna a Bologna dopo un recital nel 2020 e vanta una solida collaborazione con i complessi artistici del Comunale, avendo partecipato a diverse edizioni del Rossini Opera Festival. Accanto a lei, il tenore peruviano Iván Ayón Rivas sarà Edgardo di Ravenswood e il baritono americano Lucas Meachem interpreterà Enrico Ashton. Nel cast alternativo, i ruoli principali saranno interpretati da Gilda Fiume, Matteo Desole e Maxim Lisiin.
La glassarmonica: uno strumento per esplorare la mente di Lucia
Daniel Oren sottolinea come “Lucia di Lammermoor” sia un’opera che culmina nella celebre scena della pazzia. Donizetti, per rendere al meglio lo stato d’animo della protagonista, ebbe l’intuizione di utilizzare uno strumento particolare: la glassarmonica. Il suo suono, tra il sognante e lo spaventoso, aiuta il pubblico a entrare nella mente di Lucia e a comprendere il dramma della sua morte. Nella produzione bolognese, la glassarmonica è sostituita dal verrofono, un suo moderno erede. Questo strumento, insieme all’arpa di vetro, contribuisce a creare un’atmosfera suggestiva e a intensificare l’impatto emotivo della scena.
Un’opera attuale e necessaria
La riproposizione di “Lucia di Lammermoor” al Teatro Comunale di Bologna non è solo un evento culturale di rilievo, ma anche un’occasione per riflettere su tematiche ancora oggi urgenti e attuali. La violenza sulle donne e la salute mentale sono questioni che richiedono un’attenzione costante e un impegno concreto da parte di tutta la società. L’opera di Donizetti, attraverso la sua potente narrazione e la sua straordinaria musica, ci invita a confrontarci con queste problematiche e a non dimenticare le vittime di soprusi e ingiustizie.