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Un ritorno trionfale per Lucrezia Borgia all’Opera di Roma
Dopo un’assenza di 45 anni, la ‘Lucrezia Borgia’ di Gaetano Donizetti è tornata a incantare il pubblico dell’Opera di Roma. L’opera, su libretto di Felice Romani ispirato alla tragedia di Victor Hugo, ha debuttato nel 1833 e narra la storia di Lucrezia Borgia, figura complessa e controversa, combattuta tra il ruolo di donna di potere in un mondo dominato dagli uomini e quello di madre di un figlio illegittimo, che cerca invano di proteggere, pagando il prezzo del suo segreto. Il nuovo allestimento, curato dalla regista argentina Valentina Carrasco, ha riscosso un grande successo, grazie a una messinscena originale e a un cast di alto livello.
La maschera come simbolo chiave dell’allestimento
L’allestimento di Valentina Carrasco si concentra sull’idea della maschera, elemento che domina la scena fin dall’inizio. Enormi maschere sovrastano il palco, mentre i personaggi indossano maschere bianche e bifronti, a simboleggiare la duplicità e l’ambiguità che caratterizzano la storia e i suoi protagonisti. Questa scelta scenica, di grande efficacia, è esaltata dalle scene cromaticamente suggestive di Carles Berga, che giocano con il rosso, l’oro e il nero, e dalle luci di Marco Filibeck. L’ambientazione, pur non richiamando un periodo storico specifico, è arricchita da dettagli come grandi lampadari e lunghi drappi, mentre i costumi di Silvia Aymnino contribuiscono a creare un’atmosfera sospesa tra passato e presente.
Un cast di eccellenza per un’opera intensa
Il pubblico ha particolarmente apprezzato la prova dell’intero cast, a partire dalla giovane protagonista Lidia Fridman, soprano russo al debutto al Costanzi, che ha interpretato Lucrezia Borgia con grande intensità e bravura. Accanto a lei, si è distinto il basso Alex Esposito nel ruolo di Alfonso d’Este, marito di Lucrezia, e il tenore Enea Scala, che ha dato voce e corpo a Gennaro, il figlio illegittimo della protagonista. Ottima anche la performance del contralto Daniela Mack nel ruolo en travesti di Maffio Orsini, così come degli altri interpreti e del coro, diretto da Ciro Visco. La direzione di Roberto Abbado è stata particolarmente apprezzata, per aver saputo affrontare un’opera che alterna in modo innovativo dramma e commedia, aprendo la strada al teatro d’opera verdiano, in particolare al ‘Rigoletto’.
La visione della regista Valentina Carrasco
Valentina Carrasco, regista già nota al pubblico dell’Opera di Roma, descrive Lucrezia Borgia come “un mostro morale” e spiega di aver utilizzato la maschera come “corazza” per nascondere la mostruosità e proteggere la debolezza dell’eroina. Secondo la regista, Lucrezia Borgia è una figura femminile rara, padrona della sua volontà fino all’ultimo, non vittima ma carnefice. La sua ambiguità la porta a salvare Gennaro, ignaro di essere suo figlio, dal marito che lo crede un amante, ma a lasciarlo morire tra le sue braccia quando, avvelenato, rivela di essere un Borgia e di volerla uccidere.
Un’opera che guarda al futuro
Roberto Abbado ha sottolineato come la ‘Lucrezia Borgia’ rappresenti un’opera innovativa, che “abbraccia un nuovo tipo di teatro, il teatro romantico francese, aprendo le porte al teatro d’opera verdiano che verrà, in particolare a Rigoletto”. La sua capacità di mescolare dramma e commedia, di esplorare le psicologie dei personaggi e di affrontare temi complessi come il potere, la maternità e il segreto, la rendono un’opera ancora oggi attuale e capace di suscitare forti emozioni nel pubblico.
Un’eroina complessa e controversa
La ‘Lucrezia Borgia’ di Donizetti, grazie alla regia di Valentina Carrasco, ci restituisce un ritratto vivido e intenso di una figura storica controversa, capace di suscitare al contempo repulsione e compassione. L’opera, con la sua messinscena originale e le interpretazioni di alto livello, ci invita a riflettere sulla natura del potere, sulla difficoltà di conciliare ruoli diversi e sulle conseguenze dei segreti e delle menzogne.