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Approvazione definitiva del Decreto Cultura
Il Decreto Cultura è stato definitivamente approvato dal Senato con 80 voti favorevoli e 61 contrari, dopo il via libera della Camera. Questo provvedimento, promosso dal ministro Alessandro Giuli, segna un passo importante per il ‘nuovo Mic’ e avvia il cosiddetto ‘Piano Olivetti per la cultura’.
Il ‘Piano Olivetti’ e il sostegno all’editoria
Il ‘Piano Olivetti per la cultura’ mira a favorire lo sviluppo e la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e svantaggiate, valorizzando biblioteche, editoria libraria, archivi e istituti storici e culturali. Il ministro Giuli ha sottolineato che il decreto rappresenta “una grandissima boccata di ossigeno per la filiera dell’editoria”, con circa 30 milioni di euro destinati al settore per l’anno in corso. Tuttavia, gli editori lamentano ancora il blocco della 18App, strumento che aveva contribuito alla diffusione della lettura tra i giovani.
Assenza di misure per il cinema e l’audiovisivo
Il Decreto Cultura non prevede misure specifiche per il settore del cinema e dell’audiovisivo, un comparto che sta risentendo della riduzione degli aiuti tramite il tax credit. Il ministro Giuli ha annunciato un decreto correttivo della riforma del tax credit, inviato al Mef, con l’obiettivo di alleggerire alcune rigidità e attenuare gli effetti distorsivi delle nuove norme. Il decreto dovrebbe essere approvato a breve, anche in vista del giudizio del Tar sul ricorso presentato da alcune società di produzione contro la riforma Sangiuliano. Nel provvedimento sono previste misure a favore dei giovani autori e un ribilanciamento dei diritti delle opere tra produttori e tv committenti.
Polemiche sul tax credit e indagini in corso
Il settore cinematografico è in una fase di stallo a causa del blocco delle produzioni e dell’incertezza normativa. La sottosegretaria Lucia Borgonzoni nega lo stop e rivendica la presenza di 29 produzioni con set aperti in Italia. Tuttavia, sul tax credit è in corso una vera e propria guerra, con un esposto presentato dal Consiglio Superiore del Cinema e un’indagine della procura per presunte irregolarità nell’erogazione di 62 milioni di euro per la produzione di 8 film.
Proposta di un ministero ad hoc per il Cinema
Il vicepremier Antonio Tajani ha espresso la sua apertura all’idea di dar vita a un ministero ad hoc per il Cinema, proposta lanciata dal regista Pupi Avati. La sottosegretaria Borgonzoni ha però espresso il suo dissenso, ritenendo che distogliere fondi pubblici per duplicare un ministero sarebbe un’operazione inutile e dannosa. La proposta di Tajani potrebbe inserirsi nel difficile equilibrio della maggioranza.
La partita sui poteri delle Soprintendenze
Archiviato il Decreto Cultura, si apre ora al Senato la partita sui limiti ai poteri di veto delle Soprintendenze, su cui la Lega aveva ritirato un suo emendamento a patto di presentare una proposta di legge ad hoc. Il ministro Giuli si è dichiarato contrario a questa ipotesi.
Un decreto tra luci e ombre
Il Decreto Cultura rappresenta un tentativo di rilanciare il settore culturale italiano, con particolare attenzione all’editoria e alle aree marginali. Tuttavia, le tensioni e le incertezze nel settore cinematografico e audiovisivo, unite alle polemiche sul tax credit e ai dibattiti sui poteri delle Soprintendenze, evidenziano la complessità e le sfide che il governo dovrà affrontare per garantire uno sviluppo armonico e sostenibile della cultura nel nostro Paese. Resta da vedere se le misure correttive annunciate e le nuove proposte riusciranno a superare le criticità esistenti e a creare un clima di maggiore fiducia e collaborazione tra i diversi attori del settore.