La risposta di Banco BPM alle accuse di Unicredit
Banco BPM ha emesso una nota ufficiale per rispondere alle contestazioni mosse da Unicredit riguardo alla sua solidità patrimoniale e alla gestione della partecipazione in Anima Holding S.p.A. La banca ha ribadito con fermezza la propria posizione, sottolineando che manterrà un Common Equity Tier 1 (CET1) ratio superiore al 13% nelle date di riferimento del piano industriale. Questa affermazione è valida anche nel caso in cui non si applichi il cosiddetto ‘Danish Compromise’ alla partecipazione in Anima e tenendo conto di una politica di remunerazione degli azionisti con un payout dell’80% degli utili.
Il ‘Danish Compromise’ e la partecipazione in Anima
Il ‘Danish Compromise’ è un meccanismo regolamentare che permette alle banche di alleggerire il peso patrimoniale derivante dalla detenzione di partecipazioni in società terze. Banco BPM si dichiara convinta, basandosi sulle normative attuali e non su proiezioni probabilistiche, dell’applicabilità di tale trattamento regolamentare alla quota di Anima che sarà acquisita in seguito all’offerta in corso. La banca ha sottolineato che l’approvazione della delibera assembleare non implicherà automaticamente una rinuncia all’applicazione del ‘Danish Compromise’, lasciando al Consiglio di Amministrazione la libertà di valutare le azioni più appropriate nell’interesse degli azionisti.
Implicazioni per gli azionisti e il mercato
La presa di posizione di Banco BPM mira a rassicurare gli investitori e il mercato circa la solidità finanziaria dell’istituto e la sua capacità di gestire la partecipazione in Anima in modo efficiente. La conferma di un CET1 ratio robusto, anche in scenari avversi, è un segnale positivo per la stabilità della banca e la sua capacità di generare valore per gli azionisti. La chiarezza sulla questione del ‘Danish Compromise’ contribuisce a ridurre l’incertezza e a fornire una visione più precisa delle prospettive future di Banco BPM.
Valutazioni sulla comunicazione di Banco BPM
La risposta di Banco BPM è tempestiva e necessaria per placare le preoccupazioni sollevate da Unicredit. La chiarezza e la fermezza con cui la banca difende la propria posizione sono fondamentali per mantenere la fiducia degli investitori. Tuttavia, sarà cruciale monitorare attentamente l’evoluzione della situazione normativa e le decisioni del Consiglio di Amministrazione riguardo all’applicazione del ‘Danish Compromise’. Un’ulteriore trasparenza sui calcoli e le previsioni alla base delle affermazioni di Banco BPM potrebbe rafforzare ulteriormente la credibilità dell’istituto.