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Dalle origini beat al successo travolgente
Il Piper Club, secondo locale più antico d’Europa e il più longevo insieme al Cavern di Liverpool, aprì i battenti il 17 febbraio 1965 grazie all’intuizione di Alberigo Crocetta e Giancarlo Bornigia. Trasformando un ex cinema in un locale all’avanguardia, con arredi originali e una ‘buca’ dell’eco’, il Piper divenne subito un punto di riferimento per la scena musicale romana e italiana.
La programmazione iniziale era incentrata sulla musica dal vivo, con gruppi come The Rokes ed Equipe 84 che si esibivano regolarmente. Il successo fu immediato, attirando un pubblico variegato, dai giovani della ‘Roma bene’ agli artisti e intellettuali dell’epoca. Il Piper divenne un luogo di sperimentazione e di libertà, dove le nuove tendenze musicali e di costume prendevano vita.
Gli anni d’oro: musica, moda e personaggi iconici
Gli anni ’60 furono il periodo d’oro del Piper, con la consacrazione di artisti come Patty Pravo, soprannominata ‘La ragazza del Piper’. Sul palco si alternarono nomi del calibro di Mike Liddell, Patrick Samson, Honeycombs, New Dada, Caterina Caselli e Rita Pavone. Il locale ospitò anche star internazionali come Jimi Hendrix e i Pink Floyd, contribuendo a diffondere la cultura musicale anglosassone in Italia.
Il Piper non era solo musica, ma anche moda e costume. Le ragazze si trasformavano nei bagni del locale, sfoggiando minigonne e look audaci. Romina Power, Gabriella Ferri e Anita Pallenberg erano tra le frequentatrici più assidue e scatenate del Piper, contribuendo a creare un’atmosfera unica e irripetibile.
Dagli anni ’70 ai ’90: evoluzione musicale e nuove tendenze
Negli anni ’70, il Piper continuò a essere un punto di riferimento per la musica italiana, ospitando artisti come Mia Martini, Loredana Bertè e Renato Zero. Il locale si aprì anche a nuovi generi musicali, come il jazz e il rock, con esibizioni di Lionel Hampton, Duke Ellington e Genesis.
Gli anni ’80 furono caratterizzati dalla figura di Mr. Franz, storico direttore del locale, che trasformò ogni serata in un evento speciale. Negli anni ’90, il Piper abbracciò la musica tecno ed elettronica, ospitando i principali DJ della scena italiana e internazionale, come Coccoluto, Fargetta, Linus e Albertino. Nacquero anche i ‘pomeriggi’ e i ‘matinee’, dedicati ai giovani che volevano ascoltare buona musica nel fine settimana.
Il Piper oggi: tra storia e contemporaneità
Negli anni 2000, i figli di Giancarlo Bornigia decisero di riportare la musica live al Piper, con concerti di star nazionali e internazionali. Il locale ospitò artisti come Pete Doherty, Niccolò Fabi, Gianluca Grignani e Cat Power, confermando la sua vocazione di fucina di talenti e punto di riferimento per le nuove tendenze musicali.
Oggi, il Piper Club continua a essere un simbolo della vita notturna romana e italiana, unendo sei decenni di storia e muovendosi tra il clubbing contemporaneo e la musica live indipendente e pop. Il locale attira un pubblico variegato, dai romani agli stranieri, confermando la sua capacità di reinventarsi e di rimanere al passo con i tempi.
Un’eredità culturale da preservare
Il Piper Club rappresenta un pezzo di storia della musica e del costume italiano. La sua longevità e la sua capacità di adattarsi ai cambiamenti lo rendono un patrimonio culturale da preservare e valorizzare. Il Piper ha contribuito a formare intere generazioni di musicisti e appassionati, e continua a essere un luogo di incontro e di scambio culturale. La sua storia è un esempio di come la musica e la creatività possano superare le barriere e unire le persone.