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L’ombra dei dazi USA sull’industria automobilistica giapponese
L’eventuale imposizione di dazi sulle importazioni di automobili da parte degli Stati Uniti, ventilata dal Presidente Donald Trump, potrebbe avere conseguenze pesanti sull’economia giapponese. A lanciare l’allarme è lo Yomiuri Shimbun, citando fonti interne ai principali produttori automobilistici e al governo di Tokyo.
Il Giappone, già impegnato a negoziare l’esenzione dai dazi del 25% su acciaio e alluminio, si trova ora a fronteggiare una nuova potenziale minaccia. Le performance di colossi come Toyota e Mazda dipendono fortemente dalle vendite nel mercato statunitense, il secondo più grande al mondo per il settore automotive.
Toyota e Mazda nel mirino: numeri e possibili contromisure
Nel 2024, Toyota ha venduto globalmente circa 10,15 milioni di veicoli, di cui 2,33 milioni negli Stati Uniti, pari a oltre il 20% del totale. Di questi, circa 530.000 sono stati esportati direttamente dal Giappone. Anche Mazda si trova in una situazione simile, con 420.000 auto vendute negli USA, di cui oltre la metà (circa 230.000) provenienti dal Giappone.
Secondo i dati del Ministero delle Finanze giapponese, nel 2024 il Paese ha esportato negli Stati Uniti 1,37 milioni di veicoli, per un valore di oltre 6.000 miliardi di yen (circa 37,5 miliardi di euro). L’imposizione di dazi potrebbe costringere le case automobilistiche ad aumentare la produzione negli stabilimenti statunitensi, una scelta complessa e non priva di ostacoli, come sottolinea una fonte interna a Toyota.
In caso di introduzione delle tariffe, l’aumento dei prezzi delle auto diventerebbe inevitabile, con possibili ripercussioni sulla competitività dei marchi giapponesi nel mercato americano.
Honda e Mitsubishi: scenari differenti di fronte alla minaccia
Anche Honda teme le conseguenze dei dazi, stimando perdite superiori a 700 miliardi di yen (4,4 miliardi di euro) se le tariffe sulle importazioni da Messico e Canada dovessero entrare in vigore. Questo impatto negativo si ripercuoterebbe anche sui partner commerciali, inclusi i produttori di ricambi auto.
Mitsubishi, a differenza di Toyota e Honda, non dispone di impianti di produzione negli Stati Uniti, il che limita le sue opzioni e la rende particolarmente vulnerabile all’introduzione di dazi.
Il governo giapponese in stato di allerta
Il governo di Tokyo sta monitorando attentamente le decisioni della Casa Bianca, pronto a prendere provvedimenti per mitigare l’impatto dei dazi. Un alto funzionario del Ministero dell’Economia ha dichiarato: “Non conosciamo quale sarà l’aliquota sui dazi e quali Paesi ne saranno soggetti. Il nostro timore maggiore è che l’industria automobilistica possa essere presa di mira, e in quel caso avrebbe un impatto significativo sui piani di produzione di tutti i produttori giapponesi e l’intero indotto”.
Un equilibrio delicato tra protezionismo e libero mercato
La possibile introduzione di dazi sulle auto da parte degli Stati Uniti solleva interrogativi importanti sul futuro del commercio internazionale e sull’equilibrio tra protezionismo e libero mercato. Le conseguenze per l’industria automobilistica giapponese, e per l’economia globale, potrebbero essere significative. Sarà fondamentale seguire attentamente gli sviluppi e valutare le contromisure più adeguate per tutelare gli interessi nazionali, senza compromettere la stabilità del sistema commerciale internazionale.