
Un’analisi storica per comprendere il presente
Il 5 febbraio, durante un intervento all’Università di Marsiglia, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha offerto una profonda analisi dei nuovi equilibri mondiali, ripercorrendo le dinamiche che hanno segnato il XX secolo. Partendo dalla crisi del 1929, Mattarella ha delineato un quadro in cui squilibri economici, protezionismo e ambizioni di potenza hanno minato la cooperazione internazionale, aprendo la strada a conflitti devastanti.
“La storia, in particolare quella del XX secolo, ci ha insegnato che quest’ordine è un’entità dinamica, subordinata a equilibri che, ovviamente, non sono immuni dall’essere influenzati da tensioni politiche, cambiamenti economici”, ha affermato il Presidente, sottolineando come le radici degli squilibri attuali possano risiedere negli strascichi dei conflitti passati o nelle aspirazioni di attori che mirano a sfruttare nuove condizioni geopolitiche.
Il parallelo con l’aggressione russa all’Ucraina
Un passaggio specifico del discorso ha attirato l’attenzione e generato una forte reazione da parte di Mosca. Mattarella ha infatti tracciato un parallelo tra il progetto del Terzo Reich in Europa e l’odierna aggressione russa all’Ucraina, definendola “di questa natura”. Questa affermazione ha innescato una dura critica da parte della portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, a quasi dieci giorni di distanza dall’intervento.
Il Presidente ha evidenziato come, anche oggi, si assiste a fenomeni di protezionismo di ritorno, citando le parole della Presidente della Commissione Europea a Davos, secondo cui le barriere commerciali globali sono triplicate in valore solo nel 2024. Mattarella ha poi concluso che crisi economica, protezionismo, sfiducia tra gli attori mondiali e forzatura delle regole liberamente concordate hanno dato un colpo definitivo alla Società delle Nazioni.
Il ruolo delle istituzioni internazionali e la lezione della storia
Mattarella ha riconosciuto la generosa fatica delle istituzioni sorte dopo la Seconda Guerra Mondiale, pur ammettendo che non sono state in grado di manifestare tutta la loro potenziale efficacia. Ha citato i veti incrociati in Consiglio di Sicurezza che hanno ripetutamente impedito all’ONU di dispiegare la sua azione di pace, ma ha anche ricordato il ruolo cruciale dell’Organizzazione nel processo di decolonizzazione e nella costruzione di un impianto normativo per arginare l’escalation militare e favorire il disarmo.
Il Presidente ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza di imparare dagli errori del passato: “La storia non è destinata a ripetersi pedissequamente, ma dagli errori compiuti dagli uomini nella storia non si finisce mai di apprendere”.
Un monito per il futuro
Il discorso di Mattarella, con il suo richiamo alla storia e alla necessità di cooperazione internazionale, rappresenta un monito per il futuro. La reazione di Mosca dimostra quanto siano ancora vive le tensioni geopolitiche e quanto sia importante un’analisi lucida e critica del presente per evitare di ripetere gli errori del passato. La riflessione del Presidente invita a non sottovalutare i pericoli del protezionismo, della sfiducia tra gli attori mondiali e della forzatura delle regole, elementi che possono minare la stabilità internazionale e aprire la strada a nuovi conflitti.