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Un’indagine ventennale sulla vita di una diva dimenticata
Melania Mazzucco, nota per la sua capacità di riportare in auge figure femminili dimenticate, si immerge nella vita di Diana Karenne, attrice e regista del cinema muto. ‘Silenzio – Le sette vite di Diana Karenne’ (Einaudi) è il risultato di un’indagine ventennale che ha portato la Mazzucco a ricostruire la complessa esistenza di una donna che ha saputo reinventarsi più volte, lasciando un segno indelebile nel mondo del cinema. Il libro, arricchito da un’ampia bibliografia, testimonia l’impegno e la dedizione dell’autrice nel restituire voce a una figura sfuggente e affascinante.
Diana Karenne: un’artista poliedrica tra cinema, pittura e poesia
Diana Karenne, nata Dina Rabinovitch, è stata un’artista poliedrica capace di eccellere in diversi campi. Dopo un inizio incerto e una serie di nomi d’arte, Karenne approda al cinema italiano nel 1914, diventando rapidamente una protagonista grazie al suo talento e alla sua intraprendenza. Nel 1917, fonda la Karenne Film, diventando una delle prime registe della storia del cinema. La sua indipendenza e la sua capacità di gestire la propria carriera la rendono una figura ammirata e temuta. Oltre al cinema, Karenne si dedica alla pittura e alla poesia, dimostrando una sensibilità artistica a 360 gradi.
Dall’Italia all’Europa: un percorso tra successi e trasformazioni
Dopo il successo in Italia, Diana Karenne si trasferisce a Parigi nel 1921, dove entra in contatto con la comunità russa in esilio e lavora con registi di talento. Successivamente, si sposta a Berlino, dove interpreta Maria Antonietta, ottenendo un successo internazionale. L’avvento del cinema sonoro segna la fine della sua carriera cinematografica, ma Karenne non si arrende e cerca nuove strade. Si sposa con un letterato tedesco e si trasferisce a Aquisgrana, cambiando ancora una volta la sua vita. La Mazzucco svela che, contrariamente a quanto si pensava, Karenne non morì nel 1940 durante un bombardamento, ma visse fino al 1968 a Losanna.
Un romanzo che colma il silenzio e dona una settima vita
Melania Mazzucco conclude il suo ‘inseguimento’ a Diana Karenne interrogandosi sul romanzo che l’artista avrebbe scritto, chiedendosi se sia mai esistito o se sia stato solo un sogno. L’autrice si ribella al silenzio che ha avvolto la vita di Karenne e, attraverso il suo libro, le dona una settima vita, un romanzo che ne celebra il talento, la passione e la resilienza. ‘Silenzio’ è un’opera che invita a riscoprire una figura straordinaria e a riflettere sulla memoria, l’identità e il potere dell’arte.
Un omaggio alla forza e alla complessità femminile
‘Silenzio’ di Melania Mazzucco è un’opera che va oltre la semplice biografia, trasformandosi in un omaggio alla forza e alla complessità delle donne che hanno saputo reinventarsi e lasciare un segno nel mondo. La figura di Diana Karenne, con le sue contraddizioni e il suo talento poliedrico, incarna la capacità di superare le difficoltà e di affermare la propria identità, anche in un contesto storico e sociale non sempre favorevole. Il libro invita a riflettere sulla memoria, sull’importanza di non dimenticare le figure che hanno contribuito alla nostra cultura e sulla necessità di dare voce a chi è stato silenziato.