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Un fiume di persone per l’ultimo saluto a Eleonora
L’oratorio di Rufina, un piccolo paese alle porte di Firenze, si è riempito di dolore e commozione per l’ultimo saluto a Eleonora Guidi, la 34enne brutalmente uccisa dal compagno. Amici, colleghi, giovani e semplici cittadini provenienti anche dai paesi limitrofi hanno voluto essere presenti per testimoniare il loro affetto e la loro vicinanza alla famiglia di Eleonora: i genitori Cristina e Giovanni, e la sorella Elisabetta. Accanto a loro, provati dalla tragedia, anche i genitori di Lorenzo Innocenti, l’uomo che ha compiuto l’efferato gesto.
Una cerimonia religiosa segnata dal dolore e dall’ammonimento alla non violenza
La cerimonia religiosa, pur nella sua compostezza, è stata pervasa da un dolore palpabile. Il padre di Eleonora, Giovanni Guidi, è stato colto da un lieve malore ed è stato accompagnato fuori dall’oratorio. Nell’omelia, il parroco don Luca Meacci ha esortato i presenti a non cedere alla rabbia e alla disperazione. \”Quanto accaduto deve infondere in noi la consapevolezza di educare ed educarci al bello. Dobbiamo liberarci da tutto ciò che è violenza. Dobbiamo rifiutarla\”, ha detto don Luca, invitando la comunità a fare in modo che la morte di Eleonora non sia vana.
Le parole commosse degli amici e dei colleghi
Dopo la messa, alcuni amici e colleghi di Eleonora hanno voluto condividere i loro pensieri. La migliore amica di Eleonora ha espresso il suo dolore per non aver percepito il malessere dell’amica: \”Perché non ho percepito nulla? Non mi hai mai detto nulla o come me non lo avevi capito?\” Ha promesso di parlare di Eleonora a suo figlio e di raccontare la loro amicizia, un legame profondo e sincero. Una collega ha aggiunto: \”Non doveva andare così e adesso siamo tutti un po’ più soli\”. Il sindaco di Rufina, Daniele Venturi, visibilmente commosso, ha sottolineato l’importanza di pensare ad Eleonora e di prendersi cura del piccolo Dante, il figlio della coppia. \”Dobbiamo essere una comunità educante e non giudicante. Eleonora dovrà essere la luce che ci guida in questo percorso\”, ha affermato il sindaco.
Un paese in lutto e un messaggio di speranza
La bara bianca di Eleonora è stata portata via tra gli sguardi attoniti di una folla silenziosa. Un dolore profondo ha colpito Rufina e il vicino comune di Pontassieve, dove è stato osservato un minuto di silenzio in concomitanza con le esequie. Vicino alla casa della coppia è stato affisso uno striscione con la scritta \”Stop alla violenza sulle donne\”. Un messaggio chiaro e forte che si leva da una comunità ferita, ma determinata a non dimenticare Eleonora e a combattere ogni forma di violenza.
Riflessioni su un femminicidio che scuote la coscienza collettiva
La tragica morte di Eleonora Guidi a Rufina è un ennesimo, doloroso promemoria della piaga del femminicidio che affligge la nostra società. La comunità si stringe attorno alla famiglia e al piccolo Dante, ma è necessario andare oltre il cordoglio e affrontare le radici profonde della violenza di genere. L’educazione al rispetto, la promozione di relazioni sane e la lotta contro gli stereotipi di genere sono fondamentali per prevenire future tragedie. La morte di Eleonora non deve essere vana, ma un monito per un impegno collettivo e costante contro ogni forma di violenza sulle donne.