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Stallo alla Consulta: Accordo in Vista?
La nomina dei quattro giudici costituzionali è diventata una priorità impellente per il governo, pressato dal Quirinale per ripristinare il plenum della Consulta. Alla vigilia dell’ennesima votazione parlamentare, l’accordo sembra a portata di mano, frutto di intensi negoziati tra i leader del centrodestra e contatti con le opposizioni. Giorgia Meloni avrebbe avuto colloqui diretti con Elly Schlein (PD) e Giuseppe Conte (M5S), segnando un tentativo di convergenza bipartisan.
Tensioni Interne alla Maggioranza
Nonostante l’ottimismo percepibile, permangono segnali di tensione all’interno della maggioranza. Fonti vicine al dossier attribuiscono le responsabilità dello stallo a Forza Italia o alla Lega. Quest’ultima, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe sollevato obiezioni su diversi nomi proposti. Tuttavia, la Lega ha precisato di essere determinata a trovare un’intesa, senza rigidità o veti.
I Nomi in Lizza per la Consulta
I parlamentari sono stati convocati dai rispettivi gruppi, in attesa di indicazioni di voto chiare. I nomi su cui si starebbe convergendo sono Francesco Saverio Marini (FdI), Gennaro Terracciano (FI), Massimo Luciani (PD) e Maria Alessandra Sandulli, considerata una figura bipartisan. La nomina dei giudici costituzionali è vista come una priorità da risolvere al più presto, per affrontare le numerose sfide che attendono il governo.
Piano Albania: Funzionalità e Ostacoli
Parallelamente alla questione della Consulta, il governo è impegnato a sbloccare l’impasse dei centri per migranti in Albania. Giorgia Meloni ha assicurato che i centri “funzioneranno”, in attesa di due snodi cruciali: la pronuncia della Corte di giustizia Ue sui Paesi sicuri e la nuova direttiva europea rimpatri. L’esecutivo sta valutando la possibilità di trasformare i centri in Albania in Cpr (Centri di Permanenza per il Rimpatrio), strutture per migranti.
Intervento Normativo e Osservazioni del Quirinale
Per attuare questa trasformazione, sarebbe necessario un intervento normativo. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha parlato di “soluzioni in grado di superare gli ostacoli sinora incontrati, consentire la piena funzionalità e sviluppare le notevoli potenzialità di utilizzo delle strutture in Albania”. Tuttavia, la modifica del Protocollo o della legge di ratifica richiede un negoziato con il governo albanese e un’attenta valutazione delle osservazioni provenienti dal Quirinale.
Dubbi Logistici e Costi del Piano Albania
Non mancano i dubbi sulla fattibilità del piano Albania, soprattutto per quanto riguarda la gestione logistica e i costi. Operatori e figure istituzionali si interrogano su come gestire le difficoltà nel trasferire in Albania i migranti con decreto di espulsione, provenienti da Paesi con cui non ci sono accordi sul rimpatrio. La legge di ratifica prevede che nelle strutture di Shengjin e Gjader siano condotte “esclusivamente persone imbarcate su mezzi delle autorità italiane” in acque extraterritoriali, “anche a seguito di operazioni di soccorso”.
Equilibrio tra Urgenza e Sostenibilità
La necessità di risolvere rapidamente le questioni della Consulta e del piano Albania si scontra con la complessità delle procedure e le implicazioni politiche e logistiche. Trovare un equilibrio tra l’urgenza di dare risposte concrete e la sostenibilità a lungo termine delle soluzioni adottate è la sfida principale che il governo si trova ad affrontare.