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Il Caso Lombardia e le Reazioni Politiche
Il primo caso di suicidio assistito in Lombardia ha scatenato un acceso dibattito all’interno della coalizione di centrodestra. La vicenda, che ha visto una donna di 50 anni affetta da sclerosi multipla progressiva porre fine alla propria vita con l’assistenza del Servizio Sanitario Nazionale, ha sollevato questioni etiche e giuridiche complesse, mettendo in luce le diverse sensibilità all’interno della maggioranza di governo. La Lega, con i governatori Luca Zaia e Attilio Fontana in prima linea, sembra aprire al tema, con Salvini che lancia un sondaggio sui social per tastare il polso dell’opinione pubblica. Al contrario, Fratelli d’Italia e Forza Italia si mostrano più cauti, parlando di “fughe in avanti” delle Regioni e invocando un intervento legislativo nazionale per uniformare la materia.
La Toscana Apripista e le Divergenze Interne
La recente approvazione di una legge sul fine vita da parte della Regione Toscana, che definisce tempi e procedure per l’accesso al suicidio assistito, ha ulteriormente alimentato le tensioni. Il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, ha espresso la sua contrarietà alla normativa toscana, definendola una competenza esclusiva dello Stato e annunciando che, se dipendesse da lui, la impugnerebbe. Sulla stessa linea si è schierata Fratelli d’Italia, con la responsabile Famiglia Maddalena Morgante che ha ribadito la centralità del principio della difesa della vita in ogni fase e condizione. I governatori del Lazio, Francesco Rocca, e della Liguria, Marco Bucci, confidano in un intervento nazionale per dirimere la questione, mentre la Lega sembra intenzionata a lasciare libertà di coscienza ai propri esponenti.
Zaia e l’Apertura al Dibattito
Il governatore del Veneto, Luca Zaia, da sempre aperto al tema del fine vita, è tornato alla carica auspicando una legge nazionale e sottolineando come le divergenze esistano anche all’interno del centrosinistra, in particolare nel Partito Democratico, dove l’ala cattolica nutre ancora forti dubbi. Nonostante ciò, il responsabile dem per i diritti, Alessandro Zan, ha ribadito l’urgenza di un intervento nazionale atteso dalla stragrande maggioranza degli italiani. In Veneto, Zaia ha annunciato l’intenzione di adottare una circolare per fissare delle regole sul fine vita, che già esiste grazie alla sentenza della Consulta del 2019, la quale stabilisce che un malato terminale può fare domanda di suicidio assistito se sono rispettati quattro requisiti fondamentali: diagnosi infausta, mantenimento in vita da supporti, grave sofferenza fisica e psichica, libertà di scelta.
Il Ruolo della Lombardia e le Polemiche
La Lombardia ha seguito il dettame della Corte Costituzionale nel caso della donna affetta da sclerosi multipla, creando un comitato etico che ha accompagnato la richiesta in coerenza con la Costituzione. L’assessore lombardo al Welfare, Guido Bertolaso, ha difeso l’operato della Regione, sottolineando come non sia necessaria una legge per agire nel rispetto della sentenza della Consulta. Tuttavia, il gruppo di Fratelli d’Italia in Lombardia ha ribadito il suo “no alle scorciatoie” e, tramite il consigliere Matteo Forte, ha annunciato un’interrogazione sul caso lombardo, definendolo “grave”. Il governatore Attilio Fontana ha rivendicato le linee di condotta adottate dalla Regione, estendendole a tutto il territorio, pur riconoscendo l’opportunità di una legge nazionale.
Le Associazioni e la Richiesta di Chiarezza
Filomena Gallo e Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni hanno commentato il caso lombardo, sottolineando come la Regione abbia fornito l’aiuto medico perché era suo dovere farlo. Hanno inoltre criticato la decisione del Consiglio regionale di approvare una pregiudiziale di costituzionalità, evitando così la discussione in Aula del progetto di legge sul fine vita. Cappato ha chiesto alla Lombardia di emanare un atto di giunta simile a quello di Zaia, ma l’assessore Bertolaso ha ribadito che la Regione ha agito nel rispetto della Costituzione senza bisogno di ulteriori leggi.
Riflessioni sul Dibattito Attuale
Il caso del suicidio assistito in Lombardia ha riaperto un dibattito delicato e complesso, che coinvolge valori etici, libertà individuali e responsabilità dello Stato. Le diverse posizioni all’interno del centrodestra riflettono la difficoltà di trovare un punto di equilibrio su una materia così sensibile. È auspicabile che il confronto politico si svolga nel rispetto delle diverse opinioni, con l’obiettivo di giungere a una regolamentazione chiara e condivisa, che tenga conto delle esigenze dei malati terminali e delle loro famiglie, nel rispetto dei principi costituzionali.