
Tarzia: Approccio cauto al tema del fine vita
Olimpia Tarzia, responsabile nazionale del dipartimento Bioetica e Diritti Umani di Forza Italia, ha espresso forti preoccupazioni riguardo al tema del fine vita, sottolineando la necessità di un approccio cauto e rispettoso. “Io credo innanzitutto che rispetto a un tema che, come questo, coinvolge la vita delle persone, bisogna avvicinarsi in punta di piedi”, ha dichiarato Tarzia durante un’intervista a Radio Cusano Campus.
Critiche alla legge regionale toscana
Tarzia ha criticato duramente l’iniziativa della Regione Toscana in materia di fine vita, definendola una “fuga in avanti” e sollevando dubbi sulla sua costituzionalità. “Sul piano giuridico, in Toscana si è interpretato ciò che ha detto la Consulta come un diritto a morire, che però non esiste: la Consulta non ha mai parlato di questo”, ha affermato Tarzia, aggiungendo che le sentenze della Corte Costituzionale non legittimano un diritto alla morte, ma ribadiscono la tutela del diritto alla vita come diritto fondamentale.
Incompetenza regionale e disparità nazionale
Tarzia ha inoltre sollevato la questione della competenza regionale in materia di leggi che riguardano l’intera comunità nazionale. “Le Regioni non hanno competenza in materia di leggi che riguardano l’intera comunità nazionale”, ha affermato, sottolineando come iniziative regionali come quella toscana creino disparità a livello nazionale, una situazione inaccettabile. “C’è chiaramente una spinta di impostazione ideologica in alcune Regioni, ma c’è anche una disparità: se, ad esempio, la Toscana parte con questo tipo di azioni e di atti amministrativi sanitari, si crea comunque una disparità a livello nazionale, e questo non è accettabile”, ha aggiunto.
Rischio di “turismo della morte”
Uno dei timori espressi da Tarzia è il rischio di fomentare una sorta di “turismo della morte”. “Rischiamo di fomentare una sorta di turismo di morte, non saprei come chiamarlo”, ha dichiarato, evidenziando le potenziali conseguenze negative di una legislazione regionale non coordinata con una visione nazionale.
Alternativa: lavoro in Commissione Giustizia
In alternativa a iniziative regionali, Tarzia ha indicato il lavoro in corso nella Commissione Giustizia del Senato come il luogo appropriato per affrontare la questione del fine vita. “Una legge nazionale non serve, c’è certamente da declinare determinate indicazioni che già sono arrivate dalla Consulta, ma già si sta lavorando in Commissione giustizia al Senato”, ha spiegato, sottolineando la complessità del tema e la necessità di un approccio multidisciplinare che tenga conto di aspetti etici, giuridici, sociali, sanitari, amministrativi e politici.
Necessità di un dibattito nazionale approfondito
Le dichiarazioni di Olimpia Tarzia evidenziano la complessità e la delicatezza del tema del fine vita, un argomento che suscita forti emozioni e posizioni divergenti. La sua critica alla legge toscana e l’avvertimento sul rischio di “turismo della morte” sollecitano un dibattito nazionale approfondito e una riflessione ponderata sulle implicazioni etiche, giuridiche e sociali di una legislazione sul fine vita. È fondamentale che qualsiasi decisione in materia sia presa con la massima cautela, nel rispetto dei valori costituzionali e dei diritti fondamentali di ogni individuo.