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Protesta all’Ufficio del Difensore Civico a Caracas
Un gruppo di familiari e amici di prigionieri politici venezuelani si è recato all’ufficio del Difensore civico di Caracas, una istituzione controllata dal ‘chavismo’ al potere, per denunciare le condizioni disumane in cui versano i dissidenti incarcerati. Da mesi, questi prigionieri sono tenuti in isolamento, privati del diritto di ricevere visite e di avere accesso ai propri avvocati difensori. La protesta mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a sollecitare un intervento delle autorità per porre fine a questa situazione inaccettabile.
Il caso di Rocío San Miguel: una richiesta di misura umanitaria
Parallelamente alla protesta, i legali dell’attivista per i diritti umani Rocío San Miguel, che si trova in una cella d’isolamento da un anno, hanno presentato un ricorso alla giustizia per richiedere una misura umanitaria. San Miguel, noto avvocato ispano-venezuelana e direttrice della ONG Control Ciudadano, ha subito la frattura di un braccio e necessita urgentemente di un intervento chirurgico. I suoi difensori denunciano di non aver potuto farle visita né di aver avuto accesso al fascicolo del suo caso, e chiedono che le sia garantita l’assistenza di personale medico di sua fiducia, le cure postoperatorie e un adeguato percorso riabilitativo.
Centinaia di prigionieri politici senza difesa adeguata
La situazione di Rocío San Miguel è emblematica di quella di centinaia di altri prigionieri politici in Venezuela. Il governo del presidente de facto Nicolás Maduro assegna loro difensori d’ufficio che, secondo le denunce, non agiscono in modo indipendente e non tutelano efficacemente i diritti degli imputati. Questa pratica mina il diritto a un processo equo e contribuisce a perpetuare l’ingiustizia.
Le testimonianze dei familiari: isolamento come forma di tortura
I membri del Comitato per la libertà dei prigionieri politici hanno manifestato il loro dissenso esponendo striscioni e manifesti davanti all’ufficio del Difensore civico. I familiari, per lo più donne, hanno diffuso messaggi sui social media denunciando l’isolamento disumano a cui sono sottoposti i loro cari: “Nessun diritto alle visite, nessuna chiamata e nessun contatto con il mondo esterno. L’isolamento prolungato è una forma di tortura. Ci negano il diritto di vederli e ascoltarli. Continueremo ad alzare la voce finché non sarà fatta giustizia”.
Casi emblematici: Américo de Grazia e Freddy Superlano
Tra i casi più eclatanti, spiccano quelli dell’ex deputato italo-venezuelano Américo de Grazia, che non riceve visite da più di sei mesi, e del politico italo-venezuelano Freddy Superlano, che ha trascorso 196 giorni in isolamento e senza diritto alla difesa, secondo quanto denunciato dalla moglie Aurora Silva. Come molti altri, questi prigionieri sono accusati di “terrorismo” senza che sia stato celebrato un processo. In molti casi, non si sono nemmeno tenute udienze preliminari.
Una crisi umanitaria e dei diritti umani in Venezuela
La situazione descritta dai familiari dei prigionieri politici in Venezuela è estremamente preoccupante e riflette una crisi umanitaria e dei diritti umani più ampia. L’isolamento prolungato, la mancanza di accesso a una difesa legale adeguata e le accuse vaghe di “terrorismo” sono pratiche che violano i principi fondamentali dello stato di diritto e dei diritti umani. È fondamentale che la comunità internazionale continui a monitorare la situazione in Venezuela e a esercitare pressioni sul governo affinché garantisca il rispetto dei diritti umani e la liberazione dei prigionieri politici.