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Un anniversario per non dimenticare
Il 10 febbraio, il Giorno del Ricordo, assume quest’anno un significato particolare, coincidendo con il cinquantesimo anniversario del Trattato di Osimo. Questo trattato, che segnò la fine delle speranze di molti italiani di poter ritornare nelle loro terre d’Istria, Venezia Giulia e Dalmazia, è un evento che riapre ferite ancora vive nella memoria collettiva.
Le parole del Presidente Rocca
Il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha espresso con forza l’importanza di questa ricorrenza: “Ricordare viene dal latino re-cordis, ‘ripassare dalle parti del cuore’. Senza il ricordo svanisce la nostra anima profonda, la nostra identità”. Rocca ha sottolineato come, a ventun anni dall’istituzione della Legge del Ricordo, sia fondamentale comprendere appieno cosa si commemora: le persecuzioni, le foibe, le esecuzioni sommarie e la pulizia etnica perpetrata ai danni di migliaia di italiani del confine orientale a partire dal 1943.
Il silenzio e la verità storica
Rocca ha ricordato come, per decenni, calcoli geopolitici internazionali abbiano contribuito a tacere questa tragedia. Ha citato Alcide De Gasperi, che nel 1945 presentò agli Alleati una lista di 2.500 deportati e stimò in almeno 7.500 il numero degli scomparsi. Tuttavia, le cifre reali sono ancora più drammatiche: almeno 10.000 infoibati e massacrati nei lager di Tito tra il 1943 e il 1947, e circa 350.000 persone costrette all’esodo, vivendo poi nei campi profughi. Solo a partire dagli anni ’90 è iniziato a crollare il muro del silenzio su questa pagina oscura della storia italiana.
Il Museo del Ricordo a Roma
Un segnale importante di questo cambiamento è l’impegno delle istituzioni nel preservare la memoria. Rocca ha espresso il suo orgoglio per il progetto della Regione Lazio, in collaborazione con il Ministero della Cultura, per la nascita del Museo del Ricordo a Roma, sancito da una legge dello Stato. Questo museo avrà il compito di custodire e promuovere la memoria collettiva nazionale, in una regione che ha accolto e continua ad accogliere decine di migliaia di esuli.
Un monito per il futuro
“La storia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è una delle pagine strappate più tragiche del XX secolo. Oggi non resta che riconsegnarla alle generazioni future”, ha affermato Rocca. Il senso del ricordo, “con il cuore”, è quello di fare in modo che certi orrori non si ripetano mai più.
L’importanza di una memoria condivisa
La celebrazione del Giorno del Ricordo e l’istituzione del Museo del Ricordo a Roma rappresentano un passo fondamentale per la costruzione di una memoria condivisa e consapevole. È essenziale che le nuove generazioni conoscano e comprendano questa pagina dolorosa della nostra storia, per evitare di ripetere gli errori del passato e per promuovere una cultura di pace e rispetto reciproco.