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Un’ode al cinema italiano
Chiara Francini, attrice e produttrice indipendente, ha partecipato a un convegno alla Camera dedicato alle eccellenze italiane nell’industria globale dell’intrattenimento. Durante il suo intervento, Francini ha offerto una appassionata difesa del cinema italiano, descrivendolo come una forza vitale e resiliente. “Il cinema è vivo, è vivissimo e combatte insieme a noi”, ha affermato, citando Peppino Impastato e sottolineando come ciò che muore “resta nella luce”.
Resurrezione dalle ceneri
Francini ha evidenziato come il cinema italiano sia stato dichiarato morto innumerevoli volte, ma altrettante volte sia risorto, un processo che considera “giusto, naturale e fisiologico”. Questo perché, secondo l’attrice, il cinema “racconta la vita” e, come tale, è intrinsecamente legato alle sue dinamiche di caduta e risalita. “Il cinema italiano è una creatura fragile e potentissima, è riuscito a cadere e a rialzarsi mille volte, a raccontare il nostro tempo nella sua brutale bellezza, nella sua malinconia e nella sua resistenza”, ha dichiarato.
Opportunità nella caduta
Francini ha poi offerto una riflessione sulla natura ciclica del successo e del fallimento nel mondo del cinema. “Quando si crolla per terra abbiamo una grandissima opportunità: l’opportunità di vedere la realtà da una prospettiva che mai avremmo potuto avere se fossimo sempre stati eretti”, ha spiegato. Allo stesso modo, “nel momento dell’ascensione, nel momento in cui ci si rialza, c’è la conoscenza”. Questa alternanza di cadute e risalite, secondo l’attrice, è ciò che definisce il “miracolo del cinema italiano” e il suo legame con la letteratura.
Cinema come letteratura
Per Francini, il cinema è intrinsecamente legato alla letteratura e alla cultura italiana. “Non saremmo italiani senza Dante, senza Grazia Deledda, senza Sandro Penna, senza Antonioni, senza Franca Rame e senza Dario Fo”, ha affermato. L’attrice ha ricordato di aver prodotto “Coppia aperta, quasi spalancata”, un film che ha definito “un piccolo-grande film che, grazie allo Stato abbiamo potuto creare e che ha aperto le giornate degli autori all’ultima mostra del cinema di Venezia”.
Sostegno al cinema in ogni sua forma
Francini ha concluso il suo intervento con un appello al sostegno del cinema italiano in tutte le sue forme: “dal cinema d’autore a quello di genere, al documentario, a quello sperimentale”. Ha sottolineato come sia impossibile prevedere dove nascerà il prossimo capolavoro o il prossimo autore che lascerà un segno nella nostra epoca. Citando Dostoevski, ha affermato di credere che “il dialogo salverà il mondo e che il cinema sia essenziale per salvare l’Italia”.
Un appello appassionato per il futuro del cinema italiano
L’intervento di Chiara Francini alla Camera rappresenta un’appassionata difesa del cinema italiano, un’arte che, nonostante le sfide e le difficoltà, continua a essere una voce importante nel panorama culturale del paese. La sua visione di un cinema resiliente, capace di trovare opportunità anche nelle cadute, offre una prospettiva incoraggiante per il futuro dell’industria cinematografica italiana.