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Conferma del mandato d’arresto
Il giudice istruttore Nelson Rocabado ha confermato il mandato di arresto contro l’ex presidente boliviano Evo Morales, accusato di tratta di persone. La decisione respinge l’appello presentato dalla difesa di Morales, confermando quanto già stabilito dalla Prima sezione penale del Tribunale dipartimentale di Tarija. Il documento firmato dal giudice intima alla Forza speciale di lotta contro il crimine e alle autorità competenti di procedere all’arresto di Juan Evo Morales Ayma.
Accuse e contumacia
Il mandato di cattura contro l’ex presidente è in vigore dal 16 ottobre 2024. Il 17 gennaio, il giudice ha dichiarato Morales contumace per non essersi presentato davanti a lui nel caso di tratta di persone. Le autorità boliviane sembrano determinate a dare seguito al mandato, con il ministro degli Interni, Eduardo Del Castillo, che ha confermato l’ordine alla polizia di catturare Morales, precisando che si sta attendendo che l’ex presidente lasci la regione del tropico di Cochabamba.
La candidatura di Morales
Nonostante il mandato d’arresto pendente, Evo Morales ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali del prossimo 17 agosto. L’ex presidente, originario di Lauca Ñ, un piccolo villaggio di circa 1.000 abitanti, ha promesso di marciare su La Paz con migliaia di sostenitori ad aprile, quando scadrà il termine per presentare la sua iscrizione al Consiglio elettorale. Questa mossa sfida apertamente le autorità e potrebbe portare a ulteriori tensioni nel paese.
Implicazioni politiche e sociali
La conferma del mandato d’arresto contro Evo Morales e la sua successiva candidatura alle elezioni presidenziali pongono interrogativi significativi sul futuro politico e sociale della Bolivia. La situazione potrebbe polarizzare ulteriormente il paese, con possibili ripercussioni sulla stabilità democratica e sulla coesione sociale. Sarà fondamentale osservare come si evolverà la situazione nelle prossime settimane e mesi, e quali saranno le reazioni della comunità internazionale.