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Alcune banconote da 50 Euro in mano a un cassiere di una banca. 16 aprile 2018 a Genova ANSA/LUCA ZENNARO
Un anno d’oro per i colossi bancari italiani
I principali gruppi bancari italiani – Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps e Bper – si apprestano a concludere il 2024 con risultati finanziari eccezionali. Secondo un’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl, si prevede una forte crescita sia dei ricavi (+5,6%) che degli utili netti (+7,2%) rispetto all’anno precedente. Questi risultati positivi sono stati raggiunti nonostante la recente diminuzione dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE), iniziata a giugno.
Le commissioni trainano la crescita
Il motore principale di questa performance economica è rappresentato dalle commissioni nette, che hanno registrato un aumento dell’8%. Questo dato supera significativamente la crescita degli interessi netti (+4,6%), invertendo la tendenza osservata nel 2023. In particolare, si evidenzia un incremento notevole delle commissioni relative alle attività di gestione, intermediazione e consulenza. Questo spostamento verso i ricavi da commissioni sottolinea un cambiamento strategico nel modello di business delle banche italiane.
Preoccupazioni per la riduzione del credito
Nonostante i risultati positivi, l’analisi di First Cisl evidenzia una preoccupante riduzione del credito a livello aggregato. Questo fenomeno è attribuibile, almeno in parte, a una domanda di credito insufficiente, ma anche a un approccio cauto da parte delle banche nell’offerta di prestiti. Secondo Riccardo Colombani, segretario generale di First Cisl, questa tendenza “serve a ridurre l’assorbimento di capitale” da parte degli istituti di credito. Tuttavia, Colombani avverte che questa contrazione del credito rappresenta “una minaccia per la trasformazione ecologica e digitale delle imprese”, in quanto limita la disponibilità di finanziamenti necessari per investimenti in queste aree cruciali.
Il consolidamento bancario: un’arma a doppio taglio
Colombani esprime inoltre preoccupazione per l’ulteriore consolidamento del settore bancario italiano. A suo avviso, questo processo, pur potendo portare a una maggiore efficienza e stabilità, rischia di aggravare i problemi legati alla riduzione del credito e alla limitata offerta di finanziamenti alle imprese. Un mercato bancario più concentrato potrebbe infatti ridurre la concorrenza e limitare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese, con conseguenze negative per l’innovazione e la crescita economica.
Un quadro complesso per il futuro del sistema bancario italiano
L’attuale situazione del sistema bancario italiano presenta luci e ombre. Da un lato, la crescita dei ricavi e degli utili dimostra la resilienza e la capacità di adattamento delle banche. Dall’altro, la contrazione del credito e i rischi legati al consolidamento sollevano interrogativi sul futuro del settore e sul suo ruolo nel sostenere la crescita economica del Paese. Sarà fondamentale monitorare attentamente questi sviluppi e adottare politiche che favoriscano un’offerta di credito adeguata alle esigenze delle imprese, promuovendo al contempo la stabilità e la concorrenza nel mercato bancario.