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Un traguardo decennale nella ricerca sugli xenotrapianti
Dopo decenni di tentativi, spesso infruttuosi, di trapiantare organi animali in esseri umani, la Food and Drug Administration (FDA) ha dato il via libera a una sperimentazione clinica che potrebbe segnare una svolta storica. L’azienda United Therapeutics Corporation ha ottenuto l’autorizzazione per testare su sei pazienti reni di maiale geneticamente modificati, progettati per ridurre al minimo il rischio di rigetto. Questo annuncio rappresenta un momento cruciale nella ricerca sugli xenotrapianti, ovvero i trapianti tra specie diverse.
Dettagli della sperimentazione: pazienti, modifiche genetiche e protocollo
La sperimentazione coinvolgerà sei pazienti tra i 55 e i 70 anni, affetti da malattia renale allo stadio terminale. I pazienti saranno suddivisi in due gruppi: uno composto da individui non idonei al trapianto di rene tradizionale e l’altro da pazienti in lista d’attesa con un’alta probabilità di non ricevere un organo in tempo utile. I reni utilizzati sono stati modificati geneticamente con dieci interventi: l’aggiunta di sei geni umani per favorire l’accettazione da parte del sistema immunitario e la disattivazione di quattro geni suini che potrebbero causare rigetto. I trapianti saranno eseguiti in due centri specializzati, con un intervallo di circa tre mesi tra ciascun intervento. L’approvazione per i trapianti successivi dipenderà dalla valutazione dei risultati da parte di un comitato indipendente.
Il commento dell’esperto: Cesare Galli e il progetto italiano
Cesare Galli, pioniere delle ricerche sugli animali geneticamente modificati per i trapianti, ha definito questa sperimentazione “un passo in avanti importante”. Galli, fondatore del laboratorio Avantea di Cremona, ha sottolineato come i precedenti trapianti da animale a uomo fossero autorizzati solo per uso compassionevole, mentre questa volta si tratta di una vera e propria sperimentazione clinica. Galli ha inoltre rivelato di aver presentato alla Regione Lombardia un progetto, in collaborazione con l’Istituto farmacologico ‘Mario Negri’ e l’azienda ospedaliera di Padova, per studiare il comportamento degli organi di maiale modificati e sviluppare un kit diagnostico per escludere patogeni prima del trapianto. L’obiettivo è valutare la possibilità di estendere questo tipo di trapianti anche in Italia nei prossimi anni.
Obiettivi a lungo termine e implicazioni future
L’obiettivo principale della sperimentazione è ridurre la grave carenza di organi disponibili per il trapianto. Se i risultati saranno positivi, la sperimentazione potrebbe essere estesa fino a coinvolgere 50 partecipanti, aprendo la strada alla registrazione e all’adozione di questa tecnica su larga scala. Questo potrebbe significativamente migliorare la qualità e l’aspettativa di vita per migliaia di pazienti in attesa di un trapianto di rene.
Un futuro con meno attese per il trapianto?
La sperimentazione clinica negli Stati Uniti rappresenta una pietra miliare nella ricerca sugli xenotrapianti. Sebbene le sfide siano ancora molte, il potenziale di questa tecnologia per risolvere la crisi della donazione di organi è enorme. È fondamentale che la ricerca prosegua con rigore scientifico e attenzione etica, per garantire che questa promettente strada possa portare a benefici concreti per i pazienti di tutto il mondo.