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La Reazione di Meloni alle Intercettazioni
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha risposto con fermezza alle intercettazioni pubblicate da La Repubblica, in cui esponenti della criminalità organizzata si scagliano contro il suo governo per non aver allentato il regime carcerario del 41 bis. Attraverso un post su Facebook, Meloni ha dichiarato: “Ho letto le intercettazioni pubblicate da La Repubblica, in cui alcuni boss si scagliano contro di me e il Governo italiano per non aver allentato il carcere duro ai mafiosi. Un’ulteriore conferma che siamo sulla strada giusta. Il nostro impegno nella lotta alla mafia è totale. Il 41 bis e l’ergastolo ostativo restano capisaldi imprescindibili. Nessun cedimento alla criminalità organizzata finché saremo noi a governare l’Italia”.
Il Contesto delle Intercettazioni
Le intercettazioni, realizzate dagli investigatori della Squadra mobile di Palermo e della Sisco, rivelano il malcontento dei boss per la linea intransigente del governo Meloni nei confronti della mafia. In particolare, emerge la preoccupazione dei malavitosi palermitani, che aspirano a riprendere il controllo del territorio dopo anni di detenzione, e che vedono nel mantenimento del 41 bis un ostacolo insormontabile. Le conversazioni intercettate mostrano come i boss siano consapevoli che l’attuale governo non intende fare marcia indietro su questa misura, considerata da sempre un deterrente fondamentale contro Cosa Nostra.
Le Voci dei Boss: Inzerillo e Filiberto
Nelle intercettazioni pubblicate da Repubblica, emergono le voci di figure di spicco della criminalità organizzata. Salvatore Inzerillo, trafficante di droga con un passato tra la Sicilia e gli Stati Uniti, afferma: “Ora che hanno arrestato Messina Denaro lo potrebbero levare il 41 bis”. Filippo Filiberto, anch’egli con precedenti per traffico di droga, si esprime in termini ancora più espliciti contro la presidente del Consiglio: “questa Meloni, parla come una disonorata: ‘non si cambia niente'”. Inzerillo interviene nuovamente, sottolineando come “stanno facendo tutto questo bordello, che più ne fanno e più non lo levano”, riferendosi alle proteste e alle azioni legali intraprese contro il 41 bis.
Il 41 Bis: Uno Strumento Chiave nella Lotta alla Mafia
Il 41 bis, noto anche come regime di carcere duro, è una misura restrittiva applicata ai detenuti per reati di mafia e terrorismo, finalizzata a impedire loro di comunicare con l’esterno e di continuare a gestire le attività criminali dal carcere. Questa misura prevede un isolamento quasi totale, con limitazioni ai colloqui, alla corrispondenza e alle attività ricreative. Il 41 bis è stato oggetto di numerose polemiche e contestazioni, ma è considerato uno strumento fondamentale nella lotta alla mafia, in quanto impedisce ai boss di impartire ordini e di mantenere il controllo sulle proprie organizzazioni.
Un Segnale di Continuità e Determinazione
La ferma reazione della premier Meloni alle intercettazioni rappresenta un segnale di continuità nella lotta alla mafia e di determinazione nel non cedere alle pressioni della criminalità organizzata. Il mantenimento del 41 bis e dell’ergastolo ostativo, ribadito con forza dalla presidente del Consiglio, dimostra l’impegno del governo nel contrastare la mafia con tutti gli strumenti a disposizione, garantendo la sicurezza e la legalità nel Paese. Tuttavia, è fondamentale che questa linea dura sia accompagnata da politiche sociali ed economiche che offrano alternative concrete ai giovani, sottraendoli al reclutamento da parte delle organizzazioni criminali.