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Apertura alla rottamazione e sostegno al ceto medio
Durante il convegno “Novità fiscali 2025” organizzato a Torino, il vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, ha espresso parere favorevole all’introduzione di una nuova rottamazione. Rispondendo alle domande dei commercialisti, Leo ha chiarito di essere d’accordo con questa misura, considerandola un intervento importante. Parallelamente, ha manifestato l’intenzione di ridurre l’Irpef per il ceto medio, ovvero quella fascia di contribuenti con redditi compresi tra i 28.000 e i 60.000 euro, attualmente percepita come penalizzata.
Attenzione ai conti pubblici e sintesi politica
Nonostante l’apertura verso queste misure, il vice ministro Leo ha sottolineato l’importanza di valutare attentamente l’impatto sui conti pubblici. Ha evidenziato la necessità di considerare le osservazioni della Ragioneria generale dello Stato prima di procedere con qualsiasi intervento. Leo ha anticipato che seguirà una sintesi politica e che le valutazioni finali terranno conto della solidità dei conti pubblici, un aspetto che ha valso alla maggioranza il plauso degli organismi internazionali e dei mercati.
Correttivi al concordato biennale preventivo
In risposta alle preoccupazioni espresse dal presidente dell’Ordine dei commercialisti di Torino, Luca Asvisio, riguardo alla “misura non ben compresa” del concordato biennale preventivo, Maurizio Leo si è detto disponibile ad apportare miglioramenti e correttivi per rendere la misura più interessante. Ha tuttavia ribadito la necessità di procedere con gradualità e di prestare attenzione alle coperture finanziarie.
Un approccio cauto ma propositivo
L’intervento di Maurizio Leo evidenzia un approccio cauto ma propositivo verso le nuove misure fiscali. Da un lato, si mostra aperto a interventi a sostegno dei contribuenti, come la rottamazione e la riduzione dell’Irpef per il ceto medio. Dall’altro, sottolinea l’importanza di valutare attentamente l’impatto di tali misure sui conti pubblici, dimostrando una consapevolezza della necessità di mantenere la stabilità finanziaria del Paese. La disponibilità a rivedere il concordato biennale preventivo, inoltre, indica una volontà di ascoltare le esigenze dei professionisti e di migliorare gli strumenti fiscali esistenti.