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Un progetto catartico e condiviso
Il cancro, una delle malattie più temute del nostro tempo, viene affrontato e condiviso attraverso un fumetto. Un male che esce dalla sfera privata per essere divulgato, razionalizzato e persino preso in giro. Questo è lo spirito del “Diario a fumetti, aperiodico, del mio tumore”, un progetto di Kanjano (Giuliano Cangiano), disegnatore siciliano trapiantato a Milano, con vent’anni di esperienza nel mondo del fumetto, dell’illustrazione e dell’animazione.
L’opera, sin dalla prima tavola intitolata “Fuoco Amico”, rivela un tono dissacrante. Il protagonista passa in rassegna i farmaci che si trova a dover assumere, descrivendo l'”amico cortisone” che gli provoca un appetito insaziabile e altera il suo fuso orario, e un “rimedio naturale” tanto inutile quanto cruento. Un’introduzione per offrire “una personale, parzialissima, arbitraria panoramica dell’arsenale farmacologico che mi accompagna da quando sono un malato di cancro, o – come mi chiama qualche amico – un pelato a tempo determinato”.
Dalla diagnosi all’esorcismo del male
Il secondo capitolo narra della diagnosi e dell’annuncio della malattia durante un controllo medico di routine. Nell’immaginario del fumettista, la notizia si trasforma in un autotreno che investe un pedone per poi avvertirlo: “Dammi un attimo che ripasso in retro!”. La volontà di esorcizzare il male è un filo conduttore del diario, alternato al racconto intimo di come il tumore possa impattare nella vita di un uomo. Momenti come l’abbraccio liberatorio con sua moglie o l’angoscia mentre legge una favola alla figlia, fingendo una normalità che non esiste più, sono immortalati con cruda sincerità.
Il diario prosegue con la condivisione della malattia con parenti e amici, i piani lavorativi che saltano, il giorno dell’intervento e il rapporto con l’oncologo, soprannominato “il giudizio universale”. Un percorso in divenire, poiché “il Diario a fumetti, aperiodico, del mio tumore” è ancora un work in progress.
Un messaggio di conforto e ispirazione
“Qui racconto la mia esperienza personale con il cancro”, spiega Kanjano. “Ho iniziato a lavorare al diario usandolo come una terapia personale, per guardare da fuori ciò che mi stava capitando e prenderne le distanze. Ma mi sono reso conto rapidamente, grazie ai moltissimi riscontri ricevuti dai lettori, che la sua utilità poteva essere più ampia e condivisa”. Giunto al quarto episodio, Kanjano crede fermamente che la condivisione della sua esperienza possa offrire conforto e ispirazione, contribuendo a far sentire meno solo chi sta vivendo un simile cambio di rotta imprevisto. Per questo, ha reso disponibili tutti gli episodi del suo fumetto sul web e sui suoi canali social.
L’arte come strumento di resilienza
L’opera di Kanjano è un esempio potente di come l’arte possa trasformarsi in uno strumento di resilienza e condivisione. Attraverso il fumetto, l’artista non solo esorcizza il proprio dolore, ma offre una prospettiva unica e toccante sulla malattia, aprendo un dialogo importante e contribuendo a rompere il tabù che spesso circonda il cancro.