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Dettagli dell’incidente al complesso di Santa Giulia
Ieri, durante una visita alla mostra sul Rinascimento allestita nel complesso di Santa Giulia a Brescia, una visitatrice è inavvertitamente inciampata, causando danni a un’opera di Alessandro Bonvicino, noto come il Moretto. L’incidente è stato riportato dal quotidiano Bresciaoggi, scatenando un dibattito sulle misure di sicurezza adottate per proteggere i capolavori esposti.
L’opera danneggiata: uno stendardo processionale del Moretto
L’opera in questione è uno stendardo processionale dipinto su entrambi i lati. Sul fronte, sono raffigurati due santi non ancora identificati, mentre sul retro si può ammirare la Vergine con ai suoi piedi i due disciplini, devoti appartenenti alla confraternita della Madonna del Carmine. Il Moretto realizzò quest’opera tra il 1522 e il 1524 proprio per la confraternita. A differenza di altre opere, lo stendardo non era appeso al muro, ma esposto direttamente sul percorso espositivo, rendendolo più vulnerabile.
Valutazione dei danni e polemiche sulla sicurezza
Il danno provocato dall’incidente è stato definito “notevole” e quantificato in diverse migliaia di euro. L’assenza di protezioni adeguate, come vetri o teche, ha sollevato interrogativi sulla gestione della sicurezza all’interno della mostra. Alcuni esperti hanno fatto notare come altri stendardi, come quello di Orzinuovi del Foppa conservato nella Pinacoteca, siano invece protetti da una teca, evidenziando una disparità nel trattamento delle opere.
Riflessioni sulla protezione del patrimonio artistico
L’incidente di Brescia solleva un’importante questione sulla necessità di bilanciare l’accessibilità all’arte con la sua protezione. Se da un lato è fondamentale rendere le opere fruibili al pubblico, dall’altro è imprescindibile adottare misure di sicurezza adeguate per preservarle da danni accidentali. Questo episodio dovrebbe servire da monito per rivedere le politiche di sicurezza nei musei e nelle mostre, garantendo la conservazione del nostro patrimonio artistico per le future generazioni.