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Fermo per omicidio aggravato
Vincenzo Sarno, collaboratore di giustizia ed ex capo dell’omonimo clan, è stato arrestato in provincia di Massa Carrara dalla Squadra Mobile di Napoli, con l’ausilio del Servizio Centrale di Protezione. L’arresto è avvenuto in seguito a un fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli per omicidio aggravato dal metodo mafioso. Sarno è accusato di essere il mandante e l’esecutore materiale dell’omicidio di Gerardo Tubelli, avvenuto a Cercola (Napoli) il 5 gennaio 1996.
Dettagli sull’omicidio Tubelli
Le indagini hanno ricostruito la dinamica dell’omicidio e le responsabilità di Sarno, fornendo riscontri alle dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia, incluse le autoaccuse dello stesso Sarno. Gerardo Tubelli, all’epoca dei fatti, era un esponente di un gruppo criminale attivo nel comune di Cercola. Fu sorpreso nei pressi della sua abitazione da un commando armato, guidato presumibilmente da Sarno, e ucciso con numerosi colpi d’arma da fuoco. L’omicidio si inserisce nella contrapposizione tra il clan Sarno, egemone nel territorio di Ponticelli, e il gruppo Maione/Tubelli, emanazione dell’Alleanza di Secondigliano, per il controllo delle attività illecite a Cercola. La faida, tra il 1994 e il 1997, causò numerosi fatti di sangue, tra cui l’omicidio Tubelli.
Accuse per tentato omicidio
Oltre all’accusa di omicidio, a Sarno è stato notificato un secondo fermo dalla DDA di Brescia per tentato omicidio, detenzione e porto di armi alterate. Questi reati sono contestati anche ad altri due indagati, destinatari dello stesso provvedimento. L’indagine è partita dall’incendio di un’auto a Brescia nel gennaio 2022, utilizzata da un ex collaboratore di giustizia di origini campane. Inizialmente considerato un atto intimidatorio, l’incendio si è rivelato un vero e proprio tentativo di eliminare l’ex collaboratore da parte del gruppo criminale capeggiato da Sarno.
Operazione della DIA e collegamenti con la ‘ndrangheta
Nell’ambito della stessa operazione, la Direzione Investigativa Antimafia (DIA) di Brescia ha eseguito sei decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti indagati, alla ricerca di armi e stupefacenti. Nel corso delle indagini, erano già stati effettuati tre arresti, tra cui quello di un ex collaboratore di giustizia sorpreso subito dopo l’acquisto di un fucile di precisione completo di ottica e munizioni, destinato a un omicidio che avrebbe potuto innescare una nuova faida. Le indagini hanno inoltre evidenziato contatti tra il clan Sarno e alcuni esponenti ritenuti vicini alla cosca ‘ndranghetista Arena di Isola Capo Rizzuto.
Riflessioni sull’arresto di Vincenzo Sarno
L’arresto di Vincenzo Sarno, collaboratore di giustizia, per omicidio e tentato omicidio, solleva interrogativi complessi sul sistema di protezione dei testimoni e sulla loro effettiva riabilitazione. La vicenda evidenzia come figure un tempo legate alla criminalità organizzata possano ricadere in dinamiche violente, nonostante il percorso di collaborazione con la giustizia. Resta fondamentale un monitoraggio costante e un impegno concreto per garantire la sicurezza della società e l’efficacia dei programmi di reinserimento.