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Un ritorno atteso e applaudito
Il Teatro Carlo Felice di Genova ha riaperto le sue porte ad Andrea Chénier, il capolavoro di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica, dopo ben 15 anni di assenza dalle scene genovesi. L’opera, ambientata durante la Rivoluzione Francese, ha debuttato in un allestimento curato dal Teatro di Bologna e dall’Opera Garnier di Montecarlo, con la regia di Pier Francesco Maestrini, le scene di Nicolas Boni e la direzione musicale di Donato Renzetti. La rappresentazione ha riscosso un successo caloroso, con il pubblico che ha tributato lunghi applausi a tutti gli interpreti e ai creativi coinvolti.
Un affresco storico e drammatico
Andrea Chénier narra la storia di un poeta realmente esistito, che condivise gli ideali di libertà della Rivoluzione Francese, ma che non approvò gli eccessi del Terrore, finendo per essere ghigliottinato a soli 32 anni. Luigi Illica, con il suo libretto, dipinge un affresco vivido e intenso, giocando sul contrasto tra nobiltà e popolo, e focalizzandosi sui sentimenti individuali dei protagonisti. Sebbene alcuni tagli nei quadri centrali avrebbero potuto giovare alla resa drammaturgico-musicale, la partitura di Giordano si distingue per la sua ricchezza e maestria. Oltre alle celebri romanze come ‘Un dì all’azzurro spazio’, ‘Nemico della Patria’, ‘Son sessant’anni’ e ‘Come un bel dì di maggio’, Giordano governa con abilità le pagine solistiche e gli ampi interventi corali, offrendo soluzioni musicali di grande pregio.
Una messa in scena di grande impatto visivo
L’allestimento dello spettacolo si è rivelato particolarmente suggestivo. La cornice spezzata che avvolge la festa nel palazzo nobile nel primo atto, con gavotte e minuetti, preannuncia in modo efficace l’imminente rivoluzione. Le fiamme che distruggono l’elegante fondale simboleggiano il ribaltamento sociale e l’inizio del Terrore. Il regista Pier Francesco Maestrini ha curato con attenzione i movimenti scenici, chiudendo ogni quadro con tableaux vivants di forte impatto visivo, creando un’esperienza coinvolgente per lo spettatore.
Direzione musicale e interpretazioni di eccellenza
Sul podio dei complessi stabili, Donato Renzetti ha offerto una lettura incisiva della partitura, dando ampio respiro agli slanci lirici di Giordano, ma accentuando anche con efficacia drammatica i momenti più intensi dell’azione, in particolare il terzo quadro ambientato nel tribunale del popolo. Il cast si è dimostrato ineccepibile. Fabio Sartori, al suo debutto nel ruolo di Chénier, ha esibito la consueta generosità vocale, meritando l’ovazione del pubblico genovese dopo ‘Un dì all’azzurro spazio’. Amartuvshin Enkhbat ha interpretato un magnifico Gerard, un personaggio complesso che subisce una profonda trasformazione nel corso dell’opera, resa con abilità vocale e attoriale. Maria Josè Siri ha restituito con gusto la parte di Maddalena, mentre Cristina Melis è stata una irreprensibile Bersi e Manuela Custer ha tratteggiato con intensità drammatica la figura di Madelon. Ottima la performance del coro, dell’orchestra e degli interventi danzanti a cura del Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo ‘For Dance’ ETS.
Un successo che celebra la ripartenza culturale
Il ritorno di Andrea Chénier al Teatro Carlo Felice di Genova, dopo una lunga assenza, rappresenta un segnale importante di ripresa e vitalità per la scena culturale della città. L’opera, con la sua potente carica emotiva e il suo messaggio di libertà e giustizia, continua a emozionare e a coinvolgere il pubblico, confermando il suo status di capolavoro del repertorio operistico italiano.