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Tajani in Israele per consegnare aiuti umanitari
Il Vicepremier Antonio Tajani si è recato in Israele per supervisionare la consegna di 15 camion e 15 tonnellate di aiuti umanitari destinati alla popolazione palestinese attraverso l’iniziativa “Food for Gaza”. Questo gesto rappresenta un impegno concreto dell’Italia nel fornire assistenza essenziale in un momento di grave crisi umanitaria nella regione. La delegazione italiana, guidata da Tajani, ha incontrato funzionari israeliani per discutere le modalità di distribuzione degli aiuti e le sfide logistiche connesse. La presenza della Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha sottolineato l’importanza della cooperazione italo-israeliana anche in ambito sanitario, con particolare attenzione all’evacuazione di bambini malati oncologici da Gaza per cure mediche specialistiche in Italia.
La posizione italiana: due popoli, due Stati
Durante la sua visita, Tajani ha ribadito la posizione dell’Italia e di molti partner europei e Paesi arabi a favore della soluzione “due popoli, due Stati” come via per una pace duratura nella regione. Questa posizione contrasta con il piano proposto dall’ex Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che prevede un controllo americano della Striscia di Gaza. Tajani ha sottolineato che qualsiasi altra soluzione sarebbe “velleitaria, sbagliata e controproducente”.
L’Italia sostiene la necessità di una riunificazione della Palestina sotto la guida dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), con sede a Ramallah. Tajani ha espresso la disponibilità dell’Italia a sostenere l’ANP nel realizzare le riforme necessarie per ottenere la fiducia di Israele, che attualmente accusa l’ANP di sostenere il terrorismo.
Il disaccordo con Israele e la proposta di Trump
Il Ministro israeliano Gideon Sa’ar ha espresso una posizione divergente, auspicando che Roma consideri attentamente le nuove idee proposte, inclusa l’iniziativa di Trump. Sa’ar ha definito Gaza “un esperimento fallito” sotto il controllo di Hamas e ha sostenuto la necessità di trovare una soluzione diversa per il futuro della Striscia. Il governo israeliano ha espresso apprezzamento per l’iniziativa americana, vedendo negli Stati Uniti un possibile garante per la ricostruzione di Gaza dopo la guerra e lodando Trump per il suo impegno nella regione. Nonostante le divergenze sulla soluzione politica, Tajani e Sa’ar hanno concordato sull’impossibilità di un ritorno di Hamas al governo di Gaza e sulla sua inaffidabilità come interlocutore per la distribuzione degli aiuti umanitari.
Focus sugli aiuti umanitari e il ruolo del PAM
L’iniziativa “Food for Gaza” si affida al Programma Alimentare Mondiale (PAM) per garantire che gli aiuti umanitari raggiungano effettivamente la popolazione civile e non finiscano nelle mani di Hamas. Tajani ha sottolineato che il PAM rappresenta il partner privilegiato per l’Italia nella distribuzione degli aiuti a Gaza, prendendo le distanze dalle attività dell’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente). Sa’ar ha espresso il suo plauso per la decisione dell’Italia di sostenere organizzazioni alternative all’UNRWA, definendo quest’ultima “parte del problema” e non della soluzione.
Cooperazione sanitaria e sostegno alle missioni italiane
Durante la visita, è stata annunciata una nuova fase di “Food for Gaza” focalizzata sulla cooperazione e il sostegno in ambito sanitario. È prevista l’evacuazione di 14 bambini malati oncologici da Gaza per essere curati in strutture mediche italiane. Tajani ha incontrato i militari e gli esperti italiani impegnati nelle missioni EUBAM Rafah, MIADIT Palestina e EUPOL COPPS, ringraziandoli per il loro contributo e per aver rappresentato l’Italia nella regione.
Un equilibrio delicato tra aiuti e politica
La visita di Tajani in Israele evidenzia la complessità della situazione a Gaza, dove l’assistenza umanitaria si intreccia con le dinamiche politiche e le divergenze strategiche. L’impegno italiano nel fornire aiuti alla popolazione palestinese è lodevole, ma è fondamentale che tale assistenza sia gestita in modo trasparente ed efficace, evitando che possa essere sfruttata da gruppi terroristici. La ricerca di una soluzione politica duratura rimane una sfida cruciale, e il dialogo tra le parti, pur difficile, è essenziale per evitare un’ulteriore escalation del conflitto.