Interrogatorio di Garanzia per Stefano Boeri
L’architetto Stefano Boeri ha rilasciato dichiarazioni ai cronisti dopo un interrogatorio durato circa un’ora e mezza davanti al GIP Luigi Iannelli. Boeri ha affermato di aver esposto dettagliatamente le sue considerazioni riguardo ai fatti contestati e di attendere con fiducia le valutazioni del giudice. La procura ha richiesto per l’archistar gli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulla Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (BEIC) di Milano.
La Difesa di Cino Zucchi
Anche l’architetto Cino Zucchi, anch’egli di fama internazionale, è stato sentito dal GIP nella stessa giornata. Zucchi ha dichiarato ai magistrati di aver sempre mantenuto un comportamento corretto e lineare all’interno della giuria. Ha sottolineato di non essere a conoscenza dell’identità dei progettisti e di aver valutato i progetti in totale anonimato, senza mai incontrare i diretti interessati. Zucchi si è detto “speranzoso” riguardo alla decisione del GIP.
Futuro Impegno nelle Commissioni Giudicatrici
Alla domanda dei cronisti circa la sua intenzione di partecipare ancora a commissioni giudicatrici di progetti, Cino Zucchi ha risposto che, per il momento, preferirebbe rimanere in disparte, per poi eventualmente riprendere in futuro. Questa dichiarazione suggerisce una pausa di riflessione da parte dell’architetto, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta.
Contesto dell’Inchiesta BEIC
L’inchiesta sulla BEIC di Milano ha coinvolto due figure di spicco dell’architettura italiana, sollevando interrogativi sull’integrità delle procedure di selezione e valutazione dei progetti. La vicenda ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, data l’importanza culturale e architettonica del progetto BEIC per la città di Milano. La decisione del GIP è attesa nei prossimi giorni e sarà determinante per il prosieguo dell’inchiesta.
Riflessioni sull’Integrità nel Mondo dell’Architettura
L’inchiesta sulla BEIC di Milano solleva importanti questioni sull’integrità e la trasparenza nel mondo dell’architettura e delle commissioni giudicatrici. Indipendentemente dall’esito giudiziario, questa vicenda invita a una riflessione più ampia sui meccanismi di controllo e sulla necessità di garantire processi di selezione equi e trasparenti, al fine di tutelare la qualità e l’etica professionale nel settore.