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Un secolo di vita e resilienza
Ginette Kolinka, nata cento anni fa, ha vissuto una delle esperienze più traumatiche del XX secolo: la deportazione ad Auschwitz-Birkenau nell’aprile del 1944. Deportata nello stesso convoglio di Simone Veil, Kolinka ha trasformato l’orrore in una potente testimonianza di resilienza e amore per la vita. In occasione del suo centesimo compleanno, la sua voce risuona ancora forte, portando un messaggio di speranza e umanità.
In un’intervista pubblicata su Le Parisien, Kolinka afferma con fermezza: “La vita è bella perché sopravvivo”. Questa affermazione, semplice ma profondamente significativa, racchiude la sua filosofia di vita, un inno alla gioia di esistere nonostante le atrocità subite. “Quando sei sopravvissuta a Birkenau, credo che sei obbligato ad amare la vita”, aggiunge, sottolineando come l’esperienza traumatica abbia rafforzato il suo apprezzamento per ogni piccolo gesto quotidiano.
Una nuova fase della vita
Da qualche mese, Ginette Kolinka ha lasciato il suo appartamento nel cuore di Parigi per trasferirsi all’Institution National des Invalides, una struttura che accoglie vittime di guerra ed ex combattenti. Nonostante il cambio di residenza, la sua energia e il suo spirito rimangono intatti. “Sto benissimo qui. Il personale è straordinario, il cibo ottimo. Sono fortunata. Non sono né malata. Né handicappata. Per la mia categoria, c’è una terza parola, sono ‘residente'”, racconta con il suo caratteristico ottimismo.
La sua nuova casa non ha spento la sua passione per la testimonianza. Anzi, continua a incontrare studenti e a condividere la sua storia, come ha fatto recentemente al Mémorial de la Shoah in occasione dell’80° anniversario della liberazione di Auschwitz.
Il silenzio e la rivelazione
Per molti anni, Ginette Kolinka ha mantenuto il silenzio sulla sua esperienza ad Auschwitz. Al figlio Richard, celebre batterista del gruppo Telephone, non aveva mai rivelato nulla. “Era troppo giovane”, spiega. “Non volevo certo imporgli ciò che ho vissuto”.
Solo in età adulta, Kolinka ha sentito l’urgenza di condividere la sua storia, diventando una testimone instancabile della Shoah. Il suo messaggio è chiaro: “Fate attenzione all’odio. Non voglio che ci sia odio contro i tedeschi. Faccio una grande differenza tra i nazisti e i tedeschi oggi”. Questa distinzione è fondamentale per evitare generalizzazioni e promuovere la comprensione e il rispetto reciproco.
Un messaggio di speranza per il futuro
La storia di Ginette Kolinka è un monito contro l’odio e l’intolleranza, ma anche un esempio di resilienza e amore per la vita. La sua testimonianza è un dono prezioso per le nuove generazioni, un invito a non dimenticare il passato e a costruire un futuro di pace e giustizia. Mentre la Francia celebra il suo centesimo compleanno, Ginette Kolinka continua a ispirare con la sua forza e il suo messaggio di speranza.
Un esempio di resilienza e umanità
La storia di Ginette Kolinka è un potente esempio di resilienza e umanità. Nonostante le atrocità subite, ha scelto di trasformare il dolore in un messaggio di speranza e comprensione. La sua testimonianza è un monito contro l’odio e l’intolleranza, e un invito a costruire un futuro di pace e giustizia. In un mondo ancora segnato da conflitti e divisioni, la sua voce risuona come un faro di luce e umanità.