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Il mistero della struttura quadrata marziana
Nel 2001, la Mars Orbiter Camera a bordo della sonda Mars Global Surveyor della Nasa catturò un’immagine che continua a far discutere: una struttura quadrata sulla superficie di Marte. L’immagine, riemersa recentemente sui social media, ha riacceso la fantasia degli appassionati di ufologia, soprattutto dopo un commento di Elon Musk.
Il patron di SpaceX, rispondendo a un post del podcaster Joe Rogan sulla piattaforma X, ha scritto: “Dovremmo mandare degli astronauti su Marte per indagare!”. Un’affermazione che ha dato ulteriore impulso alle teorie più disparate sulla natura di questa particolare formazione.
Dettagli dell’immagine e speculazioni
L’immagine originale, disponibile sul sito del Mars Image Explorer dell’Arizona State University, è stata leggermente ritoccata per migliorare il contrasto e rendere i bordi del quadrato più definiti. Alcuni utenti social hanno stimato che la struttura misuri 235 metri per lato e abbia una pendenza di 51,5 gradi, numeri che ricorderebbero quelli della Grande Piramide di Giza in Egitto.
Queste somiglianze hanno alimentato le speculazioni su una possibile origine artificiale della struttura, forse opera di una civiltà aliena. Tuttavia, è importante sottolineare che si tratta solo di ipotesi, non supportate da prove concrete.
La scienza invita alla cautela
Gli esperti invitano alla cautela e sottolineano che potrebbe trattarsi semplicemente di una formazione geologica naturale. Sulla Terra esistono esempi di strutture simili, come le grandi rocce quadrate e rettangolari che si sono formate in Tasmania.
Inoltre, la storia dell’esplorazione di Marte è costellata di immagini equivocate, che hanno dato adito a teorie infondate. Un esempio celebre è la “faccia di Marte”, una roccia ripresa dall’orbiter Viking 1 nel 1976 che, a causa di un particolare gioco di luci e ombre, sembrava raffigurare un volto umano.
Più recentemente, nel 2015, il rover Curiosity ha fotografato una roccia piramidale che si è rivelata essere una formazione vulcanica simile a quelle presenti alle Hawaii o in Islanda. E nel settembre 2024, il rover Perseverance ha ripreso una formazione rocciosa che alcuni hanno paragonato a un volto umano.
La pareidolia: un inganno della mente
Questi equivoci sono spesso frutto di un processo mentale chiamato pareidolia, che ci spinge a riconoscere forme note in oggetti o profili dalla forma casuale. Il nostro cervello tende a dare un significato a ciò che vede, anche quando non c’è una base reale.
Nel caso della struttura quadrata su Marte, è quindi possibile che la nostra mente stia interpretando una formazione naturale come qualcosa di artificiale, alimentando così il mistero e le speculazioni.
Un equilibrio tra scienza e immaginazione
La vicenda della struttura quadrata su Marte ci ricorda l’importanza di un approccio equilibrato tra scienza e immaginazione. Da un lato, è fondamentale mantenere un atteggiamento critico e basare le nostre conclusioni su dati concreti e verificabili. Dall’altro, è innegabile che l’esplorazione spaziale sia alimentata anche dalla curiosità e dalla voglia di scoprire l’ignoto. Forse un giorno una missione umana su Marte potrà svelare definitivamente il mistero di questa enigmatica formazione, ma nel frattempo è importante non lasciarsi trasportare da facili entusiasmi e mantenere un approccio scientifico e razionale.