Il ruolo dei linfociti T regolatori nel tumore al seno
La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista Science Advances, ha fatto luce sul ruolo ambiguo dei linfociti T regolatori (Treg) nel contesto del tumore al seno. In condizioni normali, i Treg mantengono l’equilibrio del sistema immunitario, prevenendo reazioni autoimmuni eccessive. Tuttavia, nel microambiente tumorale, i Treg possono ‘allearsi’ con le cellule cancerose, sopprimendo la risposta immunitaria antitumorale e favorendo la progressione del tumore e la formazione di metastasi.
“I linfociti T regolatori svolgono un ruolo cruciale nel decorso dei tumori, e in particolar modo del carcinoma mammario, limitando la risposta immunitaria antitumorale”, spiega Veronica De Rosa di Cnr-Ieos, coordinatrice della ricerca.
Il potenziale dell’immunoterapia: riattivare il sistema immunitario
L’immunoterapia rappresenta una strategia terapeutica promettente che mira a riattivare il sistema immunitario del paziente per combattere il cancro. Nel caso del tumore al seno, la sfida consiste nell’identificare bersagli specifici che permettano di inibire l’azione soppressiva dei Treg senza compromettere la loro funzione protettiva nei confronti delle reazioni autoimmuni.
“Se i linfociti Treg sono bloccati, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, ciò potrebbe permettere al sistema immunitario di riattivarsi per distruggere il tumore”, afferma De Rosa. “Questo è proprio il principio su cui si basa l’immunoterapia”.
Identificata la proteina FOXP3E2: un bersaglio specifico per l’immunoterapia
Il team di ricerca italiano ha compiuto un passo avanti significativo nell’individuazione di un bersaglio specifico per l’immunoterapia del tumore al seno. Gli scienziati hanno scoperto una variante di una proteina, chiamata FOXP3E2, che viene espressa in maniera particolare dai Treg ‘maligni’. Questa scoperta suggerisce che FOXP3E2 potrebbe rappresentare un bersaglio ideale per lo sviluppo di farmaci in grado di inibire selettivamente l’azione soppressiva dei Treg nel microambiente tumorale, senza compromettere la loro funzione protettiva in altri tessuti.
La messa a punto di una strategia basata sull’eliminazione selettiva di queste cellule è tuttavia molto complessa, poiché i linfociti Treg non sono tutti uguali. Gli autori dello studio hanno però individuato una variante di una proteina, detta FOXP3E2, che viene espressa in maniera particolare dai Treg ‘maligni’, e che potrebbe dunque fare da bersaglio specifico.
I protagonisti della ricerca
Lo studio è stato condotto da ricercatori dell’Istituto per l’Endocrinologia e l’Oncologia Sperimentale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e dell’Università Federico II di Napoli, in collaborazione con l’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale, l’Azienda Ospedaliera Specialistica dei Colli e l’Ospedale Antonio Cardarelli. Il team di ricerca è stato coordinato da Veronica De Rosa e Irene Cantone di Cnr-Ieos, e da Antonio Pezone dell’Università Federico II.
Implicazioni future e prospettive per la cura del tumore al seno
La scoperta della proteina FOXP3E2 come bersaglio specifico per l’immunoterapia del tumore al seno apre nuove e promettenti prospettive per la cura di questa malattia. Sebbene siano necessari ulteriori studi per validare questi risultati e sviluppare farmaci efficaci e sicuri, questa scoperta rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro il tumore al seno e offre nuove speranze per le pazienti.