Un affresco della Trieste del dopoguerra
Pietro Spirito, con il suo “È notte sul confine”, edito da Guanda Noir, offre un’opera che va oltre i canoni del genere giallo. Il romanzo riesce a dipingere con maestria l’atmosfera di Trieste nel dopoguerra, una città segnata da una malinconia profonda e da un senso di decadenza, riflesso della tristezza silenziata che proveniva dall’Est Europa, al di là della Cortina di Ferro.
La Trieste descritta da Spirito è una città più vicina all’anima austriaca e balcanica che a quella italiana, un luogo in cui la trasandatezza pubblica e il ripiegamento interiore erano la conseguenza di decenni di conflitti e sofferenze. Anche la Bora, vento simbolo della città, non era ancora un elemento identitario, ma semplicemente un vento fortissimo.
Intrighi politici e spie sullo sfondo di un’epoca turbolenta
Nel dicembre del 1970, in questo scenario di confine, un giornalista locale, Ettore Salassi, che collabora anche con il Sid (Servizio informazione difesa), si trova coinvolto in una complessa vicenda che ha inizio con l’omicidio di un soldato di leva, anch’egli legato ai servizi segreti. Il periodo è particolarmente delicato: si diffondono voci di un possibile colpo di Stato orchestrato dal principe nero Junio Valerio Borghese, che gode ancora di un certo seguito tra le truppe.
Questa notizia giunge alle orecchie dei servizi segreti jugoslavi, contrari a un golpe fascista, della Cia, non del tutto convinta di instaurare a Roma un regime simile a quello dei colonnelli in Grecia, e dei servizi italiani, impegnati a difendere il sistema democratico, nonostante la precarietà dei governi dell’epoca.
In questo contesto di eventi reali, come i campi di concentramento italiani, i traffici di armi dalla Jugoslavia e le stragi naziste, si sviluppa la storia, forse di fantasia, del cronista Ettore Salassi.
Ettore Salassi: un giornalista tra inchiesta e tormenti personali
Ettore Salassi è un personaggio complesso, la cui vita privata è un disastro. Tuttavia, si muove con disinvoltura, intelligenza e coraggio in questo torbido ambiente. La sua tendenza ad innamorarsi facilmente, per poi fuggire rapidamente dalle relazioni, come accade con la misteriosa Maya, non lo distoglie dal perseguire un obiettivo che potrebbe portare stabilità non solo alla sua carriera, ma anche alla sua vita personale.
Un romanzo che fa riflettere sulla storia e l’identità di Trieste
“È notte sul confine” è un romanzo che, attraverso una trama avvincente, invita a riflettere sulla storia di Trieste, sulle sue peculiarità e sulle tensioni che l’hanno caratterizzata nel periodo della Guerra Fredda. Un’opera che merita di essere letta per la sua capacità di evocare un’epoca e un luogo con grande efficacia.