Il Governo sceglie la linea Nordio-Piantedosi
La decisione è presa: non sarà Giorgia Meloni a relazionare in Parlamento sul caso Almasri. Palazzo Chigi ha optato per una linea diversa, incaricando i ministri della Giustizia, Carlo Nordio, e dell’Interno, Matteo Piantedosi, di fornire le informazioni richieste. Questa proposta verrà presentata ai capigruppo di Camera e Senato nelle prossime ore, nel tentativo di placare le proteste del centrosinistra, che accusa il governo di “scappare” dalle proprie responsabilità. La vicenda è diventata un vero e proprio braccio di ferro politico, con le opposizioni che chiedono chiarezza e trasparenza.
Opposizioni all’attacco: dal filibustering alla minaccia di abbandono dell’Aula
La notizia dell’indagine sulla premier e sui due ministri, insieme al sottosegretario Mantovano, ha infiammato gli animi. La proposta iniziale del governo di far riferire il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, è stata immediatamente respinta dalle opposizioni, che hanno poi intensificato la protesta quando l’ipotesi dell’informativa è stata ritirata. In mattinata, alla Camera, Giuseppe Conte ha guidato l’attacco, chiedendo a gran voce l’intervento di Meloni. I deputati del M5s hanno dato il via a una mini-maratona oratoria, sollevando il tema della scarcerazione di Almasri e del suo rimpatrio con un volo di Stato. Il filibustering dei 5 Stelle è stato definito come “l’inizio di ciò che accadrà se Meloni dovesse continuare a scappare”. Chiara Braga (PD) ha avvertito che, in assenza di una risposta adeguata, il suo partito non sarà disponibile a riprendere i lavori d’Aula. Matteo Renzi (IV), con sarcasmo, ha ironizzato sull’assenza dei membri del governo.
Tajani: “Il governo decide chi riferisce”. Bongiorno in difesa dell’esecutivo
Il vicepremier Antonio Tajani ha puntualizzato che è il governo a decidere chi deve riferire in Parlamento, non l’opposizione. Nel pomeriggio, a Palazzo Chigi, si è tenuto un incontro per affrontare la questione, con la partecipazione di Giulia Bongiorno, senatrice della Lega e legale difensore di Meloni, Mantovano, Nordio e Piantedosi. Sembra che il governo intenda fare riferimento al mandato d’arresto della Corte penale internazionale su Almasri, documenti già criticati nei giorni scorsi per la tempistica e gli “errori” contenuti. L’informativa potrebbe tenersi già da mercoledì, anche se la prossima settimana sembra più probabile. Chiara Braga ha invitato i parlamentari a essere presenti in Aula, “tutti compatti”, per qualsiasi evenienza.
Nuove polemiche e sviluppi legali: dalla proposta sull’immunità alla denuncia contro i ministri
La giornata è stata segnata da una nuova polemica legata alla proposta di Forza Italia di ripristinare l’immunità parlamentare. Parallelamente, si sono registrati ulteriori sviluppi sul caso Almasri. Lam Magok Biel Ruei, vittima e testimone delle torture del libico, ha presentato una denuncia per “favoreggiamento” contro Nordio, Piantedosi e Meloni, accusandoli di aver sottratto il torturatore alla giustizia. Inoltre, la Procura di Perugia ha aperto un fascicolo, senza ipotesi di reato o indagati, a seguito dell’esposto dell’avvocato Luigi Mele nei confronti del procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, e del legale Luigi Li Gotti.
Un caso complesso che mette alla prova la tenuta del governo
Il caso Almasri si configura come una patata bollente per il governo Meloni. La decisione di non far riferire direttamente la premier, pur legittima, rischia di alimentare le polemiche e le accuse di scarsa trasparenza da parte delle opposizioni. La vicenda, già intricata di suo, si arricchisce di nuovi elementi legali e politici che mettono alla prova la tenuta dell’esecutivo e la sua capacità di gestire una crisi complessa e delicata.