La riscoperta di un tesoro antico
Un frammento di storia millenaria è tornato alla luce nel cuore di Mosca. Si tratta di un affresco risalente al IV secolo avanti Cristo, rinvenuto in una tomba dell’antica Capua, l’odierna Santa Maria Capua Vetere. Dopo un lungo e avventuroso viaggio attraverso l’Europa, e un periodo di oblio negli scantinati di un museo russo, l’opera è finalmente esposta al pubblico presso il prestigioso Museo Pushkin. La mostra, intitolata ‘Il ritorno del guerriero’, offre un’occasione unica per ammirare un’opera d’arte che ha attraversato i secoli, testimoniando la ricchezza culturale e storica del territorio campano e la sua influenza nel mondo antico.
Un guerriero equestre dall’antica Capua
L’affresco, realizzato su una lastra di tufo intonacata, raffigura un giovane guerriero a cavallo. L’immagine, pur frammentaria, rivela dettagli significativi: il guerriero, con barba e capelli ricci, non indossa l’elmo, ma impugna una lancia da cui pende una tunica bianca macchiata di sangue, un trofeo simbolo di vittoria e valore. La tunica, macchiata del sangue del nemico sconfitto, rappresenta un simbolo di conquista e di affermazione del proprio status di eroe. Nonostante lo stato frammentario dell’opera, si percepisce la forza e la fierezza del guerriero, incarnazione degli ideali e dei valori della società sannitica dell’epoca.
Un viaggio attraverso la storia: da Capua alla Russia
La storia di questo affresco è tanto affascinante quanto l’opera stessa. Scoperto nel 1871, il frammento fu acquistato dalla famiglia Doria, per poi essere venduto al museo dell’Università di Tarfu, in Estonia, all’epoca parte dell’Impero zarista, grazie alla mediazione dell’archeologo e mercante d’arte Wolfgang Helbig. In seguito alla rivoluzione del 1917, l’affresco finì nel museo dell’Università di Voronezh, in Russia, dove è rimasto per quasi un secolo, dimenticato e in cattive condizioni di conservazione. Solo un recente restauro, durato quasi un anno, ha permesso di riportare alla luce la bellezza e la vivacità dei colori originali, rendendo possibile la sua esposizione al pubblico.
Il restauro: un atto di rinascita
Il restauro dell’affresco, realizzato tra il 2023 e il 2024 presso il Centro scientifico panrusso di arte e riproduzione Grabar, è stato un’operazione complessa e delicata. L’opera, ricoperta da strati di polvere e segnata da una profonda crepa, era considerata inadatta all’esposizione. Grazie all’intervento dei restauratori, che hanno sapientemente rimosso le impurità e consolidato la struttura, l’affresco ha riacquistato la sua originaria bellezza. Come ha sottolineato il responsabile del restauro, Alexander Gormatyuk, l’opera emana una freschezza sorprendente, che permette di percepire la maestria e la sensibilità dell’antico artista.
Un ponte tra passato e presente
La riscoperta e l’esposizione di questo affresco rappresentano un evento di grande valore culturale. L’opera, testimonianza della ricchezza storica e artistica dell’antica Capua, ci offre uno sguardo privilegiato sulla vita e sui valori della società sannitica del IV secolo a.C. Il suo lungo viaggio attraverso l’Europa, e il suo ritrovamento in Russia, testimoniano la capacità dell’arte di superare i confini geografici e temporali, creando un ponte tra passato e presente, tra culture diverse e lontane.