Un Tesoro Artistico Ritorna a L’Aquila
Il monumentale Gonfalone dell’Aquila, un’opera d’arte cinquecentesca di Giovanni Paolo Cardone, ha finalmente fatto ritorno nella sua città natale dopo un lungo e delicato processo di restauro. L’opera, un grande stendardo in seta rossa dipinta a olio, raffigura i santi protettori della città e una veduta topografica dell’Aquila prima del terremoto del 1703. Il suo ritorno segna un momento significativo per la comunità aquilana, a sedici anni dal sisma che nel 2009 ha colpito duramente la regione.
Il Restauro: Un Impegno per la Memoria
Il restauro del Gonfalone è stato un progetto complesso, eseguito con maestria dai tecnici dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Finanziato dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e dalle banche del Gruppo di lavoro Relazioni culturali dell’Associazione, l’intervento ha incluso la pulizia della superficie, il consolidamento dei tessuti e la rimozione della fodera per preservare la struttura originale. L’opera era stata custodita nel Museo Paludi di Celano dopo il terremoto del 2009 e poi affidata all’Opificio nel 2013 per il restauro.
Un’Opera d’Arte Ricca di Storia
Il Gonfalone, realizzato tra il 1578 e il 1579 da Giovan Paolo Cardone, una figura di spicco del tardo manierismo abruzzese, è molto più di un semplice stendardo. Le dimensioni imponenti, 460×323 cm, e la ricchezza dei dettagli lo rendono un’opera di grande valore artistico e storico. Al centro della composizione, la Vergine prostrata davanti al Cristo, affiancata dai santi Massimo, Pietro Celestino, Bernardino ed Equizio, protettori dell’Aquila. La veduta topografica della città fornisce una preziosa testimonianza della sua conformazione prima del terremoto del 1703. La cornice decorata e i pendenti con raffigurazioni di santi completano l’opera.
Un Ritorno Celebrato e Atteso
Il Gonfalone è stato per secoli conservato nella Basilica di San Bernardino e portato in processione per implorare la serenità dell’aria. Dopo essere stato custodito nel Castello Cinquecentesco, nel 2009 è stato trasferito a Celano. La direttrice del MuNDA, Federica Zalabra, ha espresso la volontà di riportare il Gonfalone a casa per la prossima apertura del museo nel Castello Cinquecentesco. Sebbene non sarà esposto in modo permanente a causa dei lavori in corso, sarà allestita una sala temporanea dove piccoli gruppi potranno ammirarlo, anche grazie a nuove soluzioni tecnologiche. Il ritorno del Gonfalone rappresenta un passo importante nel percorso di rinascita culturale dell’Aquila.
L’Importanza della Collaborazione
Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha sottolineato l’orgoglio dell’associazione per aver contribuito al restauro del Gonfalone, evidenziando l’importanza della collaborazione per la salvaguardia del patrimonio artistico e culturale. La Soprintendente dell’Opificio, Emanuela Daffra, ha ribadito l’impegno dell’istituto nel recupero delle opere danneggiate da calamità naturali, sottolineando la necessità di un’azione concorde tra diverse competenze per superare le difficoltà e restituire le opere alle comunità.
Un Simbolo di Speranza e Rinascita
Il ritorno del Gonfalone dell’Aquila non è solo il recupero di un’opera d’arte, ma un simbolo potente di speranza e rinascita per una comunità che ha subito profonde ferite. Il restauro e il ritorno a casa di questo prezioso manufatto rappresentano un passo significativo verso la ricostruzione non solo fisica, ma anche culturale e spirituale della città. La collaborazione tra istituzioni pubbliche e private, l’impegno di restauratori esperti e la passione per la salvaguardia del patrimonio culturale hanno reso possibile questo importante traguardo. Il Gonfalone, con la sua storia e la sua bellezza, è destinato a diventare un punto di riferimento per la comunità aquilana, un promemoria della sua resilienza e della sua ricca eredità.